Grande attesa per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che oggi pomeriggio inaugurerà il nuovo avveniristico elettrodotto “Sorgente-Rizziconi”, un vero e proprio Ponte sullo Stretto Energetico, realizzato da Terna tra Calabria e Sicilia: un’infrastruttura straordinaria che è costata 700 milioni di euro e ha un’importanza strategica per tutt’Italia, perchè consentirà al Paese di risparmiare 600 milioni di euro l’anno nei consumi energetici, rendendo così l’Italia più competitiva a livello internazionale, e alleggerendo ulteriormente le bollette di imprese, aziende, famiglie e singoli cittadini molto più di quanto era già avvenuto con il cavo sottomarino Sapei, che ha collegato Lazio e Sardegna producendo un risparmio di 70 milioni all’anno. Inoltre l’elettrodotto consentirà all’Italia di ‘tagliare’ 700mila tonnellate di Co2 l’anno, grazie al maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili.
Renzi arriverà nel pomeriggio in aereo all’Aeroporto ripartirà subito a bordo di un elicottero per un sopralluogo dall’alto e poi a Favazzina intorno alle 17.30 taglierà il nastro mettendo in funzione la nuova opera.
Come mai risparmieremo così tanto?
Il prezzo dell’elettricità in Italia viene stabilito dalla Borsa elettrica ed è frutto di una media nazionale. In questa media, la Sicilia ha sempre fatto registrare il picco più alto, con costi anche raddoppiati rispetto al resto del Paese a causa di impianti ormai obsoleti e soprattutto di un collegamento con la Calabria decisamente vetusto. La nuova linea di Terna permetterà invece una riduzione automatica dei prezzi su tutto il territorio nazionale, appunto per un risparmio di 600 milioni di euro l’anno, perchè diminuiranno i vincoli per gli operatori del mercato elettrico e sarà possibile avere a disposizione più energie rinnovabili, economiche e pulite, abbassando i prezzi con un forte beneficio per tutto il Paese. Ma con il nuovo collegamento tra Calabria e Sicilia, non avremo soltanto risparmi ma anche più efficienza e sicurezza: tutto il sistema elettrico siciliano, infatti, non sarà più esposto al rischio di blackout come accaduto in precedenza, e la stazione di Rizziconi diventa adesso no degli snodi-chiave della rete elettrica nazionale.
Il grande progetto di Terna per la “Unità Energetica Nazionale” all’insegna delle rinnovabili
L’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi” è una tappa molto importante di un più ampio progetto di Terna, che ha un obiettivo molto ambizioso: la realizzazione di un’unità energetica nazionale. Il 13 febbraio scorso l’amministratore delegato della società, Matteo Del Fante, aveva assicurato il completamento dell’elettrodotto nel 2016 e ricordato i 10 miliardi di investimenti fatti negli ultimi 10 anni, spiegando che “il ruolo di Terna è quello di fare in modo che l’energia verde dal Sud salga verso il centro e il nord Italia, soprattutto in un’ottica anche di accomodamento sempre più efficace della produzione rinnovabile. Sappiamo che quello è il futuro“.
Focus sull’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi”
L’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi” è una straordinaria opera ingegneristica: si tratta, infatti, del cavo a corrente alternata sottomarino più lungo del mondo. Tra Calabria e Sicilia, infatti, percorre ben 38km sotto il livello del mare, superando così di 7km il precedente elettrodotto sottomarino più lungo del mondo che si trova in Canada, a Vancouver, ed è lungo 31km. Al terzo posto troviamo quello che collega Spagna e Marocco ed è lungo 28,5km, esce dal podio invece quello che collega Egitto e Giordania lungo 13,6km.
Fino ad oggi, Calabria e Sicilia erano collegate da un unico cavo elettrico di 9km realizzato nel 1985 e messo in funzione nel 1992, quando furono dismessi i cavi aerei che collegavano i due piloni dello Stretto (inaugurati, a loro volta, nel 1956).
Oggi un ulteriore passo in avanti: l’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi” consente il raddoppio del collegamento attraverso 6 cavi sottomarini gialli e blu, inseriti in una tubazione sotterranea predisposta con degli scavi e, in alcune parti del tracciato con una perforazione teleguidata (directional drilling) gestita in remoto.
Nei punti di maggiore profondità l’elettrodotto sottomarino scende fino a 370 metri sotto il livello del mare.
Complessivamente l’opera è composta da una linea di 105km: l’elettrodotto parte da località “Sorgente” di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, e viaggia per 21 chilometri di linea aerea di ultima generazione, su sostegni monostelo, difficile definirli belli ma sicuramente a basso impatto ambientale rispetto ai precedenti. Si arriva così a Villafranca Tirrena, dove la linea entra sottoterra per 2 chilometri fino all’approdo dei cavi marini a Fiumara Gallo, dove inizia il percorso sottomarino di 38 chilometri.
L’elettrodotto riemerge a Favazzina dove ci sono poi altri 3 chilometri interrati fino alla stazione elettrica di Scilla, e da lì prosegue per altri 40km in linea aerea (sempre di ultima generazione, su sostegni monostelo) fino all’importante centrale di Rizziconi.
Quest’elettrodotto ha consentito di dismettere 170 chilometri di vecchie linee elettriche, dando un grande beneficio ai territori: in Sicilia sono stati infatti demoliti 87 chilometri di vecchie linee aeree e 270 tralicci, liberando così 1.151 edifici (di cui 636 in un’area ad alto rischio ambientale) dalla vicinanza di elettrodotti, per un totale di 140 ettari di terreno, pari a 175 campi di calcio.
Le solite proteste dell’Italia dei “NO”
L’opera è stata realizzata con grande efficienza in tempi relativamente brevi rispetto all’altissimo impegno ingegneristico richiesto per un simile elettrodotto, nonostante le proteste, i ricorsi e i sequestri che hanno condizionato l’iter realizzativo con la solita “Italia dei NO” che si è opposta alla realizzazione di questa fondamentale infrastruttura che rilancia il Paese, con motivazioni assolutamente inconsistenti. Infatti nonostante le evidenti ricadute, tutte positive, sul territorio, sono nati movimenti e comitati che si opponevano con le motivazioni più disparate alla realizzazione del progetto. Ma dopo anni di polemiche, infatti, i giudici hanno riconosciuto tutta la correttezza della procedura seguita da Terna, che ha visto il coinvolgimento degli enti locali nel procedimento di autorizzazione, attraverso tavoli tecnici, protocolli d’intesa e sopralluoghi. Insomma, si è solo perso tempo perchè senza questi “freni” ideologici, l’elettrodotto sarebbe stato inaugurato con almeno due anni d’anticipo e avremmo già risparmiato tanti soldini.
Tecnicamente, per la realizzazione dell’opera Terna ha sempre rispettato tutte le norme di legge su campi elettromagnetici. L’opera è stata autorizzata con decreto del ministero per lo sviluppo economico del luglio 2010, dopo un iter amministrativo iniziato nel 2005. La realizzazione dell’elettrodotto è stata tutta a norma di legge come hanno certificato i controlli più accurati. In tema di campi elettromagnetici, l’Italia ha una delle normative più restrittive al mondo (con limiti 33 volte inferiori persino rispetto a quelli dell’Europa), cioè sotto i 3 microtesla. Ovviamente tutti ampiamente rispettati dall’elettrodotto in cui le distanze di sicurezza dagli abitanti sono calcolate sulla base della massima capacità di trasporto di energia, condizione che nei fatti non si realizza mai, perché le linee devono mantenere un 50% dell’effettiva capacità per il backup in caso di guasti o interventi.