Il Programma Nazionale della Ricerca, documento che stanzia 2,5 miliardi per gli investimenti pubblici destinati alla ricerca scientifica, è stato varato ed il 40% dei fondi sarà destinato al capitale umano. E’ stato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini oggi ad illustrare le linee strategiche del Programma. “Il Programma – ha detto il ministro – è uno strumento strategico che abbiamo nelle mani per investire nel capitale umano“. Aerospazio, Agrifood, salute e industria 4.0 sono i cardini del Programma, che punta anche ad infrastrutture e alla ricerca del Sud.
Giannini: “Seimila giovani in più nel sistema”
Il Programma nazionale della ricerca “è il documento strategico del governo per la ricerca e con esso, per la prima volta, vengono indirizzati i fondi destinati alla ricerca su settori ritenuti strategici, ovvero quelli dell’aerospazio, dell’agrifood, della salute e dell’industria 4.0“. Ha spiegato il ministro dell’Istruzione, dell’universita’ e della ricerca, Stefania Giannini, presentando il Pnr al ministero. “Con questo Piano – ha continuato Giannini – finiscono i finanziamenti a pioggia o a microprogetti. Le risorse saranno invece mirate verso questi quattro settori. Il Pnr prevede inoltre azioni e strumenti per rendere le risorse disponibili subito“. Il Pnr prevede inoltre il reclutamento di seimila giovani in più nel sistema, fra dottorati e ricercatori, nel quinquennio del Piano. La responsabile del Miur ha precisato infatti che “2.700 di questi giovani saranno presi gia’ nel primo triennio” e che “entro l’estate di quest’anno usciranno i bandi per la creazione di queste nuove posizioni, per le quali la prima assegnazione delle risorse finanziarie avverrà in autunno“. Oltre ai seimila giovani che saranno inseriti nel sistema “verranno anche triplicati i fondi per le infrastrutture di ricerca, ad esempio per i laboratori nazionali del Gran Sasso“, ha evidenziato Giannini. Il budget per il triennio 2016-2018 destinato alle infrastrutture sarà aumentato di 345 milioni di euro. “Il Pnr – ha continuato il ministro – prevede anche risorse pari a 436 milioni per la ricerca al sud e un budget di 487,1 milioni, sempre nel triennio 2016-2018, per una maggiore sinergia pubblico-privato, non solo nel settore industriale ma anche sociale. Ci sono poi 150 milioni per sostenere i giovani nella competizione per i fondi Ue“. Le risorse saranno distribuite con il 42% che andrà al capitale umano, il 14% alle infrastrutture di ricerca, il 20% alla cooperazione pubblico-privato e alla ricerca industriale, il 18% alla ricerca nel Mezzogiorno, il 5% all’internazionalizzazione e, infine, l’1% alla ‘quality spending’ o qualità della spesa.