“Il nostro paese raggiungerà forse a fatica l’obiettivo che si è dato di un 26% di giovani con titolo terziario, ma non certo quello del 40% perseguito da altri paesi europei” e “rischierà di non conseguire l’obiettivo di 1,5% di Pil investito in RICERCA, quando i partner europei si prefiggono un obiettivo del 3%“. Il monito arriva dall’Anvur che ha presentato oggi il Rapporto biennale 2016. “Senza una maggiore diversificazione dell’offerta e un aumento complessivo delle risorse investite nella formazione terziaria e nella RICERCA appare difficile conseguire gli obiettivi del processo europeo di convergenza Lisbona 2020” avverte l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della RICERCA nel suo report. La quota del prodotto interno lordo (Pil) dedicata alla spesa in RICERCA e sviluppo (R&S), rileva l’Anvur, è rimasta stabile nell’ultimo quadriennio (2011?2014), confermandosi su valori molto inferiori alla media dell’Unione Europea e dei principali paesi Ocse: con l’1.27% l’Italia si colloca solo al 18° posto (con una quota uguale alla Spagna) tra i principali paesi Ocse con valori superiori solo a Russia, Turchia, Polonia e Grecia, ma ben al disotto della media dei paesi Ocse (2,35%) e di quelli della comunità europea (2,06% per Ue 15 e 1,92% per Ue 28).