In attesa dell’attivazione dell’umido “monsone di SO” nei canyon del Pakistan centro-meridionale scoppia il super caldo, con i primi +50°C in alcune località, come Larkana e il sito archeologico di Moen Jo dar, che ieri ha registrato una temperatura massima di ben +50,0°C all’ombra. Si tratta dei primi +50°C registrati sulla Terra dall’inizio del 2016. Del resto negli ultimi giorni il caldo pre-monsonico che interessa l’intera area indo-pakistana si stava facendo sempre più forte, soprattutto nel settore interno pakistano, dove il sole prossimo allo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sulla linea dell’orizzonte durante le ore centrali del giorno), il prevalente regime anticiclonico in quota, la debole ventilazione e l’aria molto secca nei bassi strati inaspriscono notevolmente la gran calura. Nei giorni scorsi diverse località hanno sfondato il muro dei +48°C +49°C, avvicinandosi pericolosamente ai fatidici +50°C all’ombra, anche per merito dell’azione di intense “Subsidenze atmosferiche” indotte dal possente regime anticiclonico sub-tropicale.
Cosi, dopo un periodo partito un po’ sottotono, causa del ramo principale del “getto sub-tropicale” che è rimasto posizionato a latitudini piuttosto meridionali per il periodo, impedendo una graduale risalita verso nord dell’ampia cintura anticiclonica sub-tropicale in direzione dell’area indo-pakistana, collegata direttamente alla “Cella di Hadley”, sia Larkana che Moen Jo Daro sono state in grado di sfondare per prima i +50°C, registrando le temperature massime più elevate finora osservate sulla Terra dall’inizio del 2016.
Nei prossimi giorni con la lenta risalita dell’anticiclone permanente sub-tropicale, verso latitudini più settentrionali, il caldo comincerà a farsi davvero feroce in molte regioni del Pakistan centro-meridionale. Specie in quelle località dove si attivata la “fornace”, poiché penalizzate dall’orografia, spesso ubicate in profonde valli interne o canyon che le proteggono dai principali flussi eolici che si attivano sul territorio arido e semi-desertico del territorio pakistano.
Nelle giornate con scarsa ventilazione e umidità relativa molto bassa il muro dei +50°C si supererà con una certa facilità pure in città come Sibi o la stessa Jacobabad. Da notare come negli ultimi 10 anni il muro dei +50°C è stato superato sempre più spesso sull’area pakistana. Durante il corso della settimana l’intensa ondata di calore investirà in modo deciso e continuato il Pakistan centro-meridionale, in particolare le regioni lungo il confine con l’India occidentale.
Nella parte più settentrionale del Pakistan, pur tenendo in considerazione il fattore dell’altitudine che va gradualmente a crescere man mano che si procede verso settentrione, la calura fino ad ora è risultata più attenuata a causa della ritardata salita di latitudine del ramo principale della “Jet Stream sub-tropicale”, la quale dalla penisola Arabica, attraversando l’Iraq, il nord dell’Iran, l’Afghanistan, scorre sopra il nord del Pakistan, l’altopiano tibetano e il sud della Cina.
Il transito del ramo principale del “getto sub-tropicale” sopra il nord del Pakistan al momento impedisce l’avanzata verso latitudini più settentrionali dell’anticiclone sub-tropicale che domina sull’area medio-orientale, l’Iran e il Pakistan meridionale. Ciò tende a frenare uno spostamento verso nord dell’umido flusso monsonico sud-occidentale che comincia a formarsi davanti le coste della Somalia, dove in questi giorni si sta originando un flusso di correnti da Sud e S-SO che inizia a spingere aria umida marittima verso le coste dell‘India meridionale e occidentale.
Questo flusso monsonico nei prossimi giorni sarà destinato ad intensificarsi ulteriormente, visto che l’intenso riscaldamento dell’area indo-pakistana agevolerà un calo dei valori barici al suolo, favorendo la formazione della vasta depressione termica fra il Pakistan centro-meridionale ed il nord dell’India, con valori che scendono sotto i 998 hpa sulle pianure del Gange. In più il transito del “getto sub-tropicale” in quota, sopra il bordo settentrionale della grande onda semi/permanente di calore insistente sulla regione indo-pakistana (nei medi e bassi strati), agevola la formazione dell’attività termoconvettiva sui rilievi del nord dell’Afghanistan, del Pakistan, sull’Himalaya occidentale e sull’altopiano tibetano interno, dove si sviluppano degli annuvolamenti cumuliformi che nelle ore serali e notturne producono delle piogge, rovesci e pure dei temporali, con scariche elettriche e tuoni fragorosi.