Dalla Terra a Marte e poi di nuovo sulla Terra in soli 584 giorni. Questa missione sembrerebbe essere possibile grazie a 5 studenti universitari del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino impegnati nell’ultimo anno nel Master di Ingegneria Aerospaziale, che sono stati selezionati tra i 10 team finalisti dell‘International Gemini Mars Design Competition, una gara organizzata dalla Mars Society per riaccendere l’interesse degli Stati Uniti verso il volo umano nello spazio. La sfida lanciata lo scorso settembre consisteva nel pianificare una missione umana nell’orbita di Marte da lanciare entro il 2024 e da sottoporre al prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. I dieci team selezionati presenteranno i loro progetti a una giuria composta da scienziati della Nasa e rappresentanti dell’industria aerospaziale e poi attenderanno il verdetto.
“La competizione lanciata dalla Mars Society – spiegano ad askanews gli studenti – non punta alla colonizzazione umana del Pianeta Rosso, ma a testare le tecnologie necessarie per arrivare fino a lì in modo sicuro e fattibile entro il 2024. Il nostro gruppo ha ideato una missione in grado di partire già nel 2020, utilizzando sia tecnologie già disponibili e usate, ad esempio, per la Stazione spaziale internazionale, sia altre già sviluppate e che saranno disponibili tra 4 anni“. La missione prevede il lancio a distanza di poche settimane, con un vettore Falcon Heavy di 2 moduli, uno con a bordo l’equipaggio che si uniscono nello spazio per iniziare l’avventura verso Marte. “Abbiamo pensato anche a una serie di esperimenti da portare in orbita anche se a fare da cavie saranno soprattutto gli astronauti che saranno monitorati costantemente per rilevarne tutti i parametri. Si tratterebbe del monitoraggio più lungo, visto che oggi al massimo si parla di un anno sulla Iss. Prima di entrare nell’orbita di Marte poi vengono rilasciati 2 Cubesats per l’analisi del pianeta dall’orbita e altri 2 vengono rilasciati prima del flyby di Venere“.
Un altro esperimento punta a testare un nuovo sistema di supporto vitale che possa sostituire i sistemi di filtraggio di aria e acqua oggi utilizzati sulla Stazione spaziale in modo da ridurre al minimo la necessità di rifornimenti. “Abbiamo pensato di implementare un sistema biorigenerativo che utilizza l’alga spirulina che, oltre ad essere un cibo altamente proteico, si nutre di anidride carbonica e rilascia ossigeno. Un filtro naturale“. Dopo 5 mesi dal lancio la missione effettua il sorvolo di Marte, poi di Venere e riprende la via di casa facendo tappa sulla Iss per agganciare il modulo gonfiabile e lasciare altri materiali utili che altrimenti andrebbero persi. “Con la nostra missione abbiamo puntato sulla sicurezza certo, ma anche sul comfort degli astronauti impegnati in una missione così lunga. Vincere non sarà facile, alcuni dei team in gara sono frutto di sforzi congiunti di più università. In ogni caso ci siamo impegnati e ci siamo anche divertiti“.