Il Politecnico di Milano è una delle cinque scuole europee di moda che ha preso parte al progetto dell’ESA Moda in Orbita – Couture in Orbit, che guarda al futuro della moda con l’utilizzo di materiali e tecnologie dallo spazio. La professoressa Annalisa Dominoni del Dipartimento di Design ci fa una panoramica del ruolo della scuola nell’evento.
Lavorare con il progetto Couture in Orbit è stata una grande sfida per noi perché abbiamo potuto esplorare la moda nell’era della tecnologia per meglio comprendere come possiamo essere più consci delle trasformazioni che la tecnologia stessa porta. Le innovazioni spaziali hanno una forte influenza su come la gente si comporterà ed opererà in futuro.
I miei studenti hanno iniziato proponendo idee che combinano valori di estetica con aspetti funzionali, prendendo in considerazione nuovi scenari della nostra società e le sue necessità. Si sono concentrati su una visione del progetto con un approccio fuori dagli schemi – come un astronauta che guardi alla Terra dallo spazio.
Quando la nostra scuola ha ricevuto l’invito a partecipare a Couture in Orbit, il preside di facoltà ha inoltrato a me la richiesta per via delle mia esperienza nella creazioni di oggetti e capi di abbigliamento che sono stati utilizzati dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Mi è stato assegnato un dottorato di ricerca in disegno industriale con uno sguardo agli ambienti estremi e per affermare il ruolo del design nello spazio. Ho sviluppato progetti, con le agenzie spaziali, volti a missioni abitate nello spazio e per il confort degli astronauti, utilizzando nuovi oggetti ed attrezzature progettate per spazi confinati ed in assenza di gravità.
Sono stata Ricercatore Principale di due esperimenti svolti dall’astronauta dell’ESA Roberto Vittori a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: VEST, per la sua missione denominata Marco Polo, e GOAL, nella missione Eneide.
Ho sviluppato il progetto insieme agli studenti del Master in disegno di moda, che ho tenuto durante il primo semestre, da ottobre 2015 a gennaio 2016. Lo abbiamo trasformato in un’attività di ricerca con il contributo del nostro laboratorio di moda che ci ha aiutati a rendere i modelli ed i propotipi una realtà, insieme ai nostri sponsor tecnici.
L’ESA ha suggerito di concentrare i nostri progetti sui temi della salute e della nutrizione, in quanto l’astronauta a noi assegnato, Samantha Cristoforetti, è molto impegnata in questi campi. Lo scopo era di trovare delle connessioni tra la vita nello spazio e la vita sulla Terra e di considerare non solo le ricadute tecnologiche e le spin-in ma anche il linguaggio emotivo e l’utilizzabilità.
Questi obiettivi sono stati trasformati in forme e tessuti guardando le pose degli astronauti ed i loro movimenti in microgravità. Abbiamo esaminato come usano gli oggetti nello spazio per pensare a nuove idee per i nostri progetti.
Dal punto di vista estetico, ci siamo ispirati ad immagini dello spazio, scegliendo colori come l’argento ed il bianco in tutte le sfumature lunari, utilizzando materiali come l’alluminio e le superfici riflettenti, selezionando forme curve. Abbiamo immaginato tessuti stampati con bellissime immagini scattate dagli astronauti mentre guardano fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale verso la Terra, così come quelle prese dai satelliti, con meravigliosi colori, schemi e fenomeni di luce.
Il nostro sponsor tecnico D’Appolonia ed Extreme Materials hanno suggerito che lavorassimo su due livelli trovando nuove applicazioni per le tecnologie spaziali con la loro tecnologia di raffreddamento, e pensando al prossimo passo che include un brevetto ESA per un’antenna che può essere stampata direttamente sui tessuti con l’inchiostro conduttivo. Abbiamo inoltre sponsorizzato un’edizione speciale di argento delle scarpe della Vibram.
Nei miei corsi, considero l’intera classe come un ufficio di progettazione che collabora, ogni studente con il suo proprio talento per raggiungere lo stesso obiettivo. Il regalo più grande per il nostro “ufficio di progettazione” è stato di avere questa opportunità di ricerca e di lavoro per un cliente così prestigioso come l’ESA – tutti gli studenti erano entusiasti.