Continua a bruciare per il settimo giorno in Canada l’incendio che ha portato all’evacuazione dell’intera città di Fort McMurray, nel nord dell’Alberta, il fulcro della regione petrolifera delle sabbie bituminose del Paese. Il governo dell’Alberta ha fatto sapere sabato sera che le fiamme hanno bruciato 200mila ettari, una superficie pari a Città del Messico, e l’estensione continuerà a crescere. Le autorità hanno fatto sapere ai circa 100mila evacuati che non potranno tornare a casa presto. L’incendio, che è cominciato alle 18 ora locale di domenica scorsa (mezzanotte in Italia) nei pressi della città di Fort McMurray, si è diffuso così rapidamente che gli 88mila abitanti della città hanno appena avuto il tempo di lasciare le case.
Grandi parti della città non esistono più. Oltre 500 vigili del fuoco sono al lavoro a Fort McMurray e dintorni. Vista l’enorme mole di lavoro i turni a rotazione dei pompieri sono più lunghi del solito. Un vigile del fuoco, esausto, ha detto alla tv Cbc che i membri della sua squadra stanno lavorando fino a 40 ore senza dormire. Si profila come il disastro naturale più costoso della storia del Canada: un analista stima che le perdite per le assicurazioni potrebbero superare i 9 miliardi di dollari canadesi, pari a circa 6 miliardi di euro.