64.000 monumenti italiani sono a rischio alluvioni e frane: i consorzi di bonifica come medici di base del territorio

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“Mentre dalla Cina arrivano notizie di nuovi e disastrosi allagamenti, la scelta di Firenze come sede dell’odierno forum ONU sulla resilienza urbana ai cambiamenti climatici è opportuna, non solo perché è stata tra le prime città ad aderire alla campagna internazionale “Making cities resilient: my city is getting ready?” e perché ricorre il cinquantenario dell’alluvione, ma anche perché è una delle città d’arte a maggior rischio idrogeologico insieme a Venezia, Ferrara, Ravenna e Pisa.

A sottolinearlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), che prosegue: “In questo periodo di avvio della stagione turistica è utile ricordare che, secondo l’ISPRA, in Italia sono circa 29.000 i beni culturali a rischio medio di alluvione, che interessa l’11,5% del territorio nazionale soprattutto in Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Toscana; tale numero si eleva ad oltre 40.000 monumenti, se si considera uno scenario legato agli eventi estremi, più rari ma più violenti. A completare il preoccupante quadro, che pregiudica un’assoluta ed inimitabile eccellenza del nostro Paese, va aggiunto che il 18,1% dei beni architettonici, monumentali ed archeologici, cioè 34.651 capolavori, sono minacciati da frane; addirittura oltre 10.000 sono quelli presenti in aree a pericolosità elevata o molto elevata! 

Questi dati, unitamente alla necessità di salvaguardare la vita delle comunità ben rappresentata dalle oltre 6.000 scuole e 500 strutture sanitarie ubicate in aree ad alta criticità idrogeologica, avvalorano l’importanza di investire nella salvaguardia da frane ed alluvioni prima che l’imprevedibilità climatica penalizzi irreparabilmente la risorsa territorio, fondamentale per il rilancio della nostra economia in un rinnovato modello di sviluppo. A ciò va accompagnata una politica di educazione ambientale, che insegni a convivere con il rischio, ma soprattutto a mantenere quotidianamente l’ecosistema, nel quale viviamo. I Consorzi di bonifica ne sono da anni esempio nel nome degli stessi principi oggi alla base delle politiche di resilienza urbana: prevenzione, protezione, preparazione, le tre P del futuro.”

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