Sojuz 11 fu la missione della navicella spaziale Sojuz verso la stazione spaziale sovietica Saljut 1. Si trattò della prima missione in grado di eseguire con successo la manovra di aggancio permanente alla stazione con conseguente passaggio dei cosmonauti verso la stessa. Ma qualcosa andò storto e i cosmonauti morirono durante il rientro. I cosmonauti della Soyuz 11 sono gli unici esseri umani a essere morti nello spazio e non nell’alta atmosfera terrestre. Si tratta di: Georgij Timofeevi? Dobrovol’skij), comandante; Viktor Ivanovi? Pacaev, ingegnere di bordo; Vladislav Nikolaevi? Volkov, ingegnere collaudatore.
Durante il rientro a terra, il 29 giugno 1971 avvenne un incidente: una valvola d’aria difettosa, che si sarebbe dovuta aprire poco prima dell’atterraggio per consentire un adeguamento della pressione d’aria della capsula con la pressione esterna, si aprì invece immediatamente dopo lo stacco dalla stazione spaziale. L’aria presente all’interno dell’abitacolo della capsula iniziò a fuoriuscire nello spazio. La causa di questo problema fu un difetto nel sistema di sgancio della capsula stessa. La capsula spaziale fu sottoposta ad una spinta così forte da causare un guasto alla valvola di scarico. Uno dei cosmonauti tentò di chiuderla manualmente mediante una manovra di emergenza, ma perse i sensi prima di riuscirvi. Dopo l’atterraggio automatico furono vani i tentativi di rianimazione delle squadre di soccorso. I tre cosmonauti erano stati soffocati dall’esposizione al vuoto creatosi a causa della depressurizzazione.