“La questione ambientale, che deve essere una priorità per tutti, e l’interesse verso l’ambiente si sono via via radicati nella coscienza collettiva. Per avere uno sviluppo pienamente sostenibile occorre un ulteriore cambiamento culturale, un cambiamento profondo del modo di operare e di scegliere le priorità da parte delle organizzazioni internazionali, nonché un nuovo modo di concepire le politiche pubbliche“. Lo sottolinea il presidente del Senato Pietro Grasso, alla cerimonia di premiazione del ‘Progetto e concorso nazionale articolo 9 della Costituzione. Cittadini attivi per il paesaggio e l’ambiente’, oggi in Sala Koch al Senato. “A livello nazionale il rispetto e tutela del paesaggio e dell’ambiente sono tematiche di drammatica attualità e urgenza – prosegue Grasso – Il fenomeno delle cosiddette ‘ecomafie’ in Italia è presente da anni, decenni. Troppo a lungo è stato sottovalutato. La criminalità organizzata ha da tempo messo le mani in affari che sono ‘sporchi’ per definizione, sfruttando la convinzione generale, assolutamente errata, che i crimini contro l’ambiente siano dei ‘reati minori’. Il traffico illecito e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, il saccheggio dei beni archeologici, il commercio illegale di specie animali e vegetali protette, l’abusivismo edilizio, gli incendi boschivi, i traffici e le contraffazioni e le adulterazioni nella filiera agroalimentare sono soltanto alcune delle modalità di arricchimento delle mafie“. “Le conseguenze per la società, sia da un punto di vista della salute pubblica sia dal punto di vista economico, sono drammatiche. È compito di tutti i cittadini – raccomanda Grasso – impegnarsi affinché il paesaggio sia tutelato e rispettato, conservato e tramandato alle generazioni future nel modo più integro possibile. È un dovere morale di ciascuno di noi ed è anche uno specifico compito della Repubblica, previsto dalla stessa Carta costituzionale, che lo ha posto addirittura tra i principi fondamentali“. “A livello legislativo, l’introduzione avvenuta lo scorso anno nel codice penale di specifici reati contro l’ambiente è un passo avanti fondamentale, sebbene tardivo, che consentirà di perseguire quei reati in modo più efficace. Tuttavia – riconosce il presidente – non è sufficiente una legge a cambiare davvero e in modo duraturo i comportamenti collettivo“. È necessario che la consapevolezza dell’importanza che riveste l’ambiente – in particolare per un Paese così ricco di storia e ricchezze paesaggistiche come il nostro – sia ulteriormente diffusa e accresciuta nella coscienza di tutti noi, a partire dai giovani che avranno oltre al compito di conservare e trasmettere ai loro discendenti un ecosistema vivibile anche il compito, purtroppo particolarmente gravoso, di rimediare ai danni causati dalla negligenza dei loro predecessori“.