Animali: l’Italia e 12 Stati UE denunciati alla Commissione per violazioni sul trasporto

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L’associazione tedesca Animal Welfare Foundation, rappresentata dagli avvocati italiani Conte&Giacomini, ha denunciato alla Commissione europea 13 Stati membri, fra cui anche l’Italia, con l’accusa di aver infranto le leggi sul trasporto di animali vivi verso la Turchia. Ne dà notizia Ciwf Italia, sottolineando che la Commissione analizzerà le denunce per decidere se avviare le procedure di infrazione.
Lo scorso 3 giugno Eyes on Animals e Animal Welfare Foundation, insieme con i loro rappresentanti legali italiani, hanno incontrato alcuni rappresentanti tecnici della Commissione. “Sono passati 5 anni da quando abbiamo presentato la nostra prima lettera di denuncia alla Commissione, che però continua a scaricare la responsabilità sugli Stati membri, dichiarando di non avere l’autorità per costringerli a fermare le esportazioni animali vivi o per obbligarli a costruire al confine Ue-Turchia delle strutture per scaricarli e rifocillarli. In più sono gli Stati membri che aspettano linee guida da parte della Commissione“, denuncia direttore di Animal Welfare Foundation, Iris Baumgärtner.
Lo scorso febbraio erano state pubblicate le immagini del report realizzato in 5 anni di indagini da Animal Welfare Foundation, Tierschutzbund Zürich e Eyes on Animal, in collaborazione con Compassion in World Farming. I risultati delle ispezioni del trasporto di animali europei al confine turco a Kapikule sono riassunti in un dossier di 1.000 pagine. Sono stati ispezionati un totale di 352 camion con animali, di cui 247 violavano uno o più punti del regolamento europeo sul trasporto. Per quanto riguarda l’Italia, erano 6 i carichi controllati e tutti infrangevano le leggi. Inoltre, le esportazioni dal nostro Paese verso la Turchia risultano quadruplicate tra il 2014 e il 2015, passando da 1.000 a 4.000.
Il report delle associazioni ha mostrato molteplici e ripetute violazioni: animali costretti a viaggiare a temperature elevatissime, senza acqua né cibo, feriti, senza spazio per tenere il capo eretto, ammassati nelle loro stesse feci, senza nessuna possibilità di essere curati. Lo stesso dossier ha dimostrato che i trasporti erano stati pianificati fin dall’inizio senza tenere in conto la durata e l’effettiva possibilità di effettuare delle pause durante il lunghissimo viaggio. Inoltre, gli animali sono stati spesso costretti a estenuanti attese al confine sotto un sole cocente. Il Regolamento europeo sul trasporto 1/2005 tutela gli animali durante il trasporto in tutti gli Stati membri, per evitare loro ogni inutile sofferenza. Inoltre, una recente sentenza della Corte di Giustizia europea ha stabilito che il Regolamento deve essere rispettato anche nei Paesi terzi quando gli animali partono dagli Stati membri della Ue.
Animal Welfare Foundation denuncia anche che l’infrazione del Regolamento crea una distorsione del mercato perché le aziende che operano nella legalità devono sostenere costi operativi maggiori. Da parte sua, si legge nella nota, la Turchia ha firmato un accordo internazionale per il trasporto di animali vivi, ma non l’ha ancora ratificato; la Commissione ha assicurato che chiederà nuovamente la ratifica.
Siamo al fianco dei colleghi di Animal Welfare Foundation in questa battaglia contro una delle crudeltà peggiori inflitte agli animali allevati a scopo a alimentare: il trasporto a lunga distanza. Ulteriormente peggiorato quando si tratta di esportazioni in Paesi terzi, dove nemmeno le regole minime di protezione animale valgono più. Abbiamo gridato a gran voce quanto sia disastrosa la situazione al confine bulgaro-turco e, in queste condizioni, gli animali non dovrebbero partire alla volta della Turchia. Ma, purtroppo, la Commissione europea sta mostrando una mancanza di volontà politica di cambiare le cose. Ancora una volta sono gli interessi commerciali degli Stati Membri a prevalere sul benessere degli animali“, sottolinea Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e motivare il Parlamento europeo ad adottare iniziative in merito, Animal Weffare Foundation con i propri legali ha presentato una petizione europea che, se accettata, ogni cittadino potrà firmare sul sito del Parlamento europeo. (AdnKronos)

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