Le nane brune, oggetti celesti la cui natura è ancora in parte sconosciuta, continuano a stimolare l’interesse della comunità scientifica. Recentemente, uno studio guidato da un team del Carnegie Institute for Science, ha condotto uno studio che ha come obiettivo la misurazione delle distanze di 134 di questi oggetti e di altre stelle di piccola massa.
Le nane brune – spiega l’ASI – sono oggetti celesti troppo grandi per essere considerati pianeti – hanno una massa più piccola del 7,5-8%di quella del Sole – e troppo piccoli per poter bruciare idrogeno al loro interno per poter diventare stelle vere e proprie.
Le loro temperature sono variabili al pari delle loro masse e gli scienziati le ritengono particolarmente interessanti perché potrebbero aiutare a comprendere meglio il meccanismo formativo ed evolutivo delle stelle nel corso del tempo. Uno dei parametri poco noti è la luminosità intrinseca, in particolare quella delle nane brune fredde, che può essere misurata solo una volta determinata la distanza dell’oggetto. Questo tipo di luminosità misura la luce che un oggetto potrebbe diffondere se osservato da distanze comuni, non tenendo conto delle condizioni in cui si trova l’osservatore. Per effettuare queste misurazioni gli studiosi di sono serviti della Carnegie Astrometric Planet Search Camera (CAPSCam), appositamente costruita per valutare la distanza delle stelle. Questa camera ha come obiettivo principale la ricerca di pianeti extrasolari ma in questo caso è stata in grado di misurare la parallasse – lo spostamento apparente di un oggetto rispetto allo spostamento reale dell’osservatore – di stelle, nane brune e dei 134 oggetti presenti nello studio. Il metodo della parallasse è il più preciso tra quelli a disposizione per la misurazione delle distanze astronomiche e la CAPSCam in questo caso è stata in grado di fornire informazioni molto accurate.
La ricerca è stata poi estesa anche ad altri tipi di rilevamenti, in particolare quelli riguardanti l’età e lo stato evolutivo di gruppi di giovani stelle.
Per confermare l’età di due stelle, la prima stimata 30 e 50 milioni di anni e la sconta intorno ai 100 milioni, gli scienziati hanno utilizzato il moto delle due comparato con quello di altri astri appartenenti a due diversi gruppi. Il calcolo della distanza può indicare la posizione di una stella in 3d e consentire di scoprire la velocità della stella. Il monitoraggio costante di stelle che si muovono in gruppo permetterà la determinazione sempre più precisa della loro età e darà indicazioni sulla loro storia evolutiva.