Astronomia: FU Orionis, la stella che divora il materiale del suo disco

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Un’inguaribile ‘ghiottona’ impegnata da 80 anni a pasteggiare a gas e polveri: è questo l’identikit di FU Orionis, la stella che nel 1936 ha iniziato a cibarsi degli elementi del suo disco e prosegue ancora il banchetto anche se con minore intensità. Situato a circa 1500 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione di Orione, l’astro ha suscitato l’interesse dei ricercatori perché il suo comportamento – spiega l’ASI – potrebbe fornire utili indizi per approfondire i meccanismi di formazione dei pianeti.

L’inizio dell’abbuffata di FU Orionis nel 1936 è stato improvviso e, nel giro di tre mesi, la trasformazione della materia in energia aveva fatto diventare la stella cento volte più splendente e aveva innalzato la temperatura del suo disco fino a oltre 6000 °C. Il calore intenso, probabilmente, ha poi cambiato la composizione chimica del disco, alterando il materiale che un giorno potrebbe dar vita ad un pianeta.

FU Orionis, che ora ha rallentato il ritmo della scorpacciata e diminuito il suo splendore, è ritenuta emblematica delle interazioni che possono avvenire tra una stella e il disco circostante. Un ulteriore fattore di interesse è dato dall’arco di tempo in cui la ‘golosona cosmica’ si è scatenata: 80 anni sono un periodo irrisorio per una stella, ma significativo per le osservazioni compiute dagli astronomi.

Per studiare al meglio le caratteristiche di FU Orionis, i ricercatori hanno utilizzato, integrandoli, i recenti dati all’infrarosso dell’osservatorio SOFIA (StratosphericObservatory For Infrared Astronomy), progetto congiunto NASADLR, e le osservazioni, risalenti al 2004, del telescopio spaziale Spitzer della NASA (foto a destra).

Confrontando le due serie di dati, tra cui intercorrono 12 anni, gli studiosi hanno potuto tracciare un quadro più chiaro di FU Orionis. Ad esempio, hanno constatato che la stella ha fatto una vera e propria indigestione, avendo divorato in 80 anni l’equivalente di 18 pianeti come Giove, e che negli ultimi 12 anni ha perduto il 13% del materiale più caldo del suo disco.

Soprattutto quest’ultimo fattore è ritenuto di grande rilievo perché coerente con i modelli informatici precedentemente elaborati. Quando FU Orionis avrà consumato tutto il materiale caldo, dovrebbe tornare allo stato in cui si trovava prima del 1936.

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