Giove, il pianeta più grande del Sistema Solare, è conosciuto per le sue gigantesche e colorate tempeste (tra cui la Grande Macchia Rossa): ora, gli astronomi si sono focalizzati su un’altra caratteristica del gigante gassoso, utilizzando le capacità ultraviolette del telescopio spaziale Hubble.
Il luccichio mostrato nelle ultime osservazioni sono aurore: vengono generate quando le particelle ad alta energia entrano nell’atmosfera di un pianeta vicino ai suoi poli magnetici e collidono con gli atomi di gas. Oltre a produrre immagini mozzafiato, lo studio ha lo scopo di determinare quante componenti delle aurore di Giove rispondono alle differenti condizioni create dal vento solare, il flusso di particelle espulso dal Sole.
Il programma di osservazione è in perfetta sincronia con l’arrivo della sonda NASA Juno: al momento si trova infatti nel vento solare vicino al pianeta ed entrerà nella sua orbita il 4 luglio. Juno sta ora misurando le proprietà del vento solare, una collaborazione perfetta tra la sonda ed il telescopio.
“Queste aurore sono davvero sensazionali e tra le più attive che io abbia mai visto,” ha dichiarato Jonathan Nichols della University of Leicester, tra gli autori principali dello studio. “Sembra quasi che Giove stia facendo una festa con fuochi d’artificio per l’arrivo imminente di Juno.“
Le aurore non sono solo gigantesche, sono anche centinaia di volte più energetiche che sulla Terra, e, a differenza che sul nostro pianeta, non cessano mai. Sulla Terra le aurore più intense sono causate dalle tempeste solari, ma Giove ha una fonte addizionale: il forte campo magnetico del gigante gassoso cattura particelle cariche nell’ambiente e ciò include non solo le particelle cariche all’interno del vento solare ma anche le particelle lanciate nello spazio dal suo satellite Io, conosciuto per i suoi numerosi e grandi vulcani.
Le nuove osservazioni e misurazioni effettuate con Hubble e Juno consentiranno agli scienziati di comprendere meglio come il Sole e le altre fonti influenzano le aurore.