Astronomia: potenti e deboli, così i buchi neri sputano gas

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I buchi neri, densissime e oscure regioni dello spazio-tempo dal campo gravitazionale irresistibile, sono circondati da porzioni di spazio piuttosto turbolente: nella loro orbita ruota infatti una grande nube di materia che forma una struttura a spirale, da cui si sprigionano talvolta spettacolari getti di gas. Alcune di queste emissioni – spiega l’ASI – sono abbastanza potenti da farsi strada nel mezzo intergalattico, mentre altre sono più deboli e si estinguono prima di riuscire a raggiungere le zone più esterne della galassia.

Come mai? A cosa è dovuta questa differenza di “spinta” dei getti di gas sprigionati dai buchi neri? Si tratta di un mistero a cui gli astronomi stanno cercando risposta da oltre quarant’anni, e che ora potrebbe essere risolto grazie all’approccio simulativo.

Due ricercatori statunitensi hanno infatti messo a punto un modello che simula i getti generati dai buchi neri supermassicci, per spiegare proprio perché alcuni appaiono così potenti mentre altri sono più deboli. I risultati, pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, affermano che il destino dei getti di gas è determinato dalle instabilità magnetiche. “Un getto può disgregarsi senza la presenza di perturbazioni esterne – spiega Alexander Tchekhovskoy dell’Università della California e prima firma dello studio – ma solo a causa della fisica del getto stesso. Il buco nero supermassiccio che risiede nel nucleo di queste galassie si comporta come un’oliva snocciolata che ruota attorno a un asse. Se infiliamo uno spaghetto attraverso il suo buco, a rappresentare il campo magnetico, ruotando l’oliva avvolgerà lo spaghetto. I campi magnetici ruotanti agiscono in questo modo, come una sorta di ‘trapano flessibile’ che si fa strada attraverso il gas circostante”.

La simulazione, messa a punto da Tchekhovskoy con il collega Omer Bromberg dell’Università di Princeton, mostra che quando il getto non è abbastanza potente da attraversare il gas questo “trapano magnetico” si piega e alla lunga si spezza. Ecco spiegato perché alcune emissioni appaiono così deboli da non riuscire a raggiungere le zone più esterne della galassia. Questa ricerca potrebbe far luce sui processi di evoluzione galattici in senso più ampio. I getti che non riescono a sopravvivere potrebbero infatti rallentare la formazione stellare, ostacolando al tempo stesso anche il rifornimento del gas che alimenta il buco nero.

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