Era ben nascosto e nessuno l’aveva notato prima, ma le sue emissioni di onde radio l’hanno tradito. Si tratta di un buco nero “clandestino”, celato all’interno di un sistema binario che gli astronomi avevano sempre scambiato per una galassia distante. Ora la combinazione dei dati da Chandra, Hubble e VLA ha permesso di scoprire la sua vera natura, aprendo al tempo stesso l’affascinante ipotesi per cui potrebbero esserci molti altri buchi neri nascosti nell’Universo.
Circa vent’anni fa, gli astronomi hanno individuato per la prima volta un oggetto chiamato VLA J213002.08+120904 (abbreviato VLA J2130+12). Nonostante la sua apparente vicinanza all’ammasso globulare M15, gli scienziati hanno concluso che questa sorgente luminosa di onde radio provenisse da una galassia distante. Le nuove osservazioni – spiega l’ASI – mostrano invece che VLA J2130+12 si trova a una distanza di soli 7.200 anni luce dalla Terra: non solo abita proprio nella nostra galassia, ma è circa 5 volte più vicino a noi di M15. I dati provenienti dalla tripletta di telescopi, pubblicati su Astrophysical Journal, hanno permesso di studiare più in dettaglio questo oggetto misterioso.
I risultati mostrano che si tratta di un buco nero con una grandezza di diverse masse solari, che sta lentamente catturando materiale dalla sua stella compagna.
“Di solito riusciamo a individuare i buchi neri – dice Bailey Tetarenko dell’University of Alberta e leader dello studio – quando attirano grandi quantità di materiale stellare, perché prima di essere inglobato dal buco nero questo materiale si surriscalda ed emette potenti radiazioni. VLA J2130+12 invece era così calmo che era praticamente un buco nero invisibile”.