Dopo aver flagellato la Francia centro-settentrionale per svariati giorni, dopo si sono susseguiti allagamenti ed inondazioni, specialmente nei dipartimenti della Loira e nell’area poco a sud della metropoli di Parigi, dove l’onda di piena della Senna, che ha superato la soglia dei 6 metri, ha inondato interi centri abitati, il grosso del maltempo ora si concentra fra sud della Germania, Polonia meridionale, Slovacchia, parte dell’Ungheria e Romania. Solo negli ultimi due giorni una serie di violenti temporali, alcuni dei quali di sospetta natura “mesociclonica” (quindi probabili “supercelle”) ha colpito i Lands della Germania centro-meridionale, causando notevolissimi disagi e purtroppo anche nuove vittime.
Durante uno di questi temporali, caratterizzati da una vivace attività elettrica, un fulmine si è abbattuto nell’area in cui si teneva il «Rock am Ring», festival di musica rock e metal conosciuto a livello internazionale a Mendig, nella Renania-Palatinato, causando il ferimento di almeno 82 persone. Bisogna anche tenere presente che in questo caso se gli stessi organizzatori di questo famosissimo festival di musica rock avessero sospeso (durante l’arrivo del temporale) l’evento musicale probabilmente si sarebbe evitato un bilancio di feriti così elevato.
Nel frattempo uomini e mezzi della protezione civile tedesca monitorano costantemente i livelli del Reno, gonfio fino ai limiti di guardia dopo le forti e abbondanti precipitazioni cadute in questi ultimi giorni lungo l’intero bacino. E nei prossimi giorni nuove piogge e intensi temporali di calore nelle ore pomeridiane e serali continueranno ad interessare i paesi dell’Europa centro-orientale, con particolare coinvolgimento della regione alpina, la pianura Danubiana e i Balcani.
Tutto merito della particolare configurazione che si è venuta a definire sull’area euro-atlantica. Difatti in questo momento il flusso perturbato principale sta continuando a scorrere a latitudini settentrionali, causa la presenza di un esteso promontorio anticiclonico che dalle Isole Britanniche si protende fino al mar di Norvegia. Questa struttura anticiclonica, caratterizzata da elevati valori di geopotenziale in quota, oltre a far deviare verso nord, fino in corrispondenza del mare di Barents, il flusso perturbato principale, sta contribuendo a forzare l’azione di blocco presente sul vecchio continente, la stessa responsabile del forte maltempo avvenuto in questi giorni in Europa.
Lungo i suoi bordi l’anticiclone è circondato da ben due distinte saccature, una localizzata sull’Atlantico settentrionale e l’altra, ad est, sulla Russia. Proprio quest’ultima saccatura, alimentata dalla discesa di un nucleo di aria fredda polare continentale, direttamente proveniente dal mare di Barents, che da domani si verserà fra la Russia, il nord dell’Ucraina e l’est della Bielorussia, tenderà ad erodere parzialmente il bordo più orientale di questo promontorio anticiclonico, il quale di tutta risposta tenderà a rimanere relegato con i propri elementi principali fra l’Europa centro-occidentale, il mar del Nord e il basso mar di Norvegia.
L’avvezione di aria fredda, polare continentale, determinerà pure un marcato calo delle temperature, specialmente sull’ovest della Russia europea, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche, la Bielorussia e l’Ucraina. Al tempo stesso all’interno della saccatura a carattere freddo in discesa dalla Russia si verrà a scavare un minimo depressionario per effetto sottovento che innescherà condizioni di spiccata instabilità convettiva fra la Russia centro-meridionale, il sud dell’Ucraina e l’area carpatica, dove affluirà aria decisamente più fredda in quota che esacerberà il “gradiente termico verticale”, favorendo così lo sviluppo di fenomeni temporaleschi anche piuttosto intensi, accompagnati da forti colpi di vento, grandine e attività elettrica.
A ciò si aggiunge il maggior apporto di calore, indotto dalla graduale intensificazione dell’insolazione diurna che surriscalda per bene i terreni alimentando pure lo sviluppo dei moti convettivi (correnti ascensionali che dal suolo tendono a propagarsi verso la media e alta troposfera) che spesso vengono identificati nella genesi di addensamenti cumuliformi, piuttosto sviluppati in altezza, nelle ore centrali del giorno, specie se in presenza di importanti “gradienti termici verticali”, che vengono poi inaspriti dall’isolamento nei bassi strati di un “cuscino d’aria calda e umida” (come avviene in estate sulla pianura Padana dove lo strato caldo umido preesistente al suolo rappresenta il carburante che mette in moto i temibili temporali padani).
Nei prossimi giorni, osservando le moviole satellitari, potremo osservare la formazione di nubi cumuliformi (per lo più cumuli e congesti), ad evoluzione diurna, sempre più pronunciate fra l’area balcanica, la regione carpatico-danubiana, i bassopiani di Germania e Polonia e le più vaste pianure di Ucraina, Bielorussia e Russia europea, dove l’attività “termoconvettiva”, capace di scatenare temporali davvero violenti, con eventi temporaleschi anche di forte intensità.