Brexit, cambia la dieta degli inglesi: addio vino, pasta e pomodori

MeteoWeb

Con la svalutazione della sterlina è diventato più caro per gli inglesi acquistare cibi stranieri di cui vanno particolarmente ghiotti con vino, pasta, ortofrutta e formaggi Made in Italy che sono quelli che rischiano di più. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della Brexit che, sottolinea la confederazione degli imprenditori agricoli, “costringerà gli inglesi a cambiare la propria alimentazione sostituendo il banale formaggio cheddar al parmigiano o brindando con la birra invece che con il prosecco dopo che in Gran Bretagna è stata spedita quasi una bottiglia di prosecco su tre (30%) tra quelle esportate nel primo trimestre del 2016“. “Per gli inglesi – sottolinea la Coldiretti – è diventato improvvisamente piu’ costoso seguire i principi della dieta mediterranea per i cui componenti base, dal pomodoro agli agrumi, sono fortemente dipendenti dall’estero, dall’Italia e dalla Spagna in particolare”. “La Gran Bretagna – spiega – è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale nel 2015 di ben 3,2 miliardi ed una tendenza progressiva all’aumento“. “La cucina italiana – sostiene la Coldiretti – piace molto agli inglesi per i quali in futuro sarà però piu’ difficile imbandire le tavole con i cibi e le bevande originali del Made in Italy. La voce più importante è rappresentata dal vino, con un valore di 746 milioni di euro di esportazioni nel 2015 e un trend in ulteriore aumento del 7% su base annuale nel primo trimestre del 2016“. “A trainare il comparto -continua la Coldiretti – è soprattutto lo spumante ed in particolare il prosecco con una quota 275 milioni di euro di export frutto di un vero boom. Una ‘corsa’ che prosegue nel 2016, con un ulteriore balzo in avanti del 55 per cento“. Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti c’è, sostiene la Coldiretti , la pasta, per un importo complessivo di vendite nel 2015 di 332 milioni di euro. Rilevante anche il ruolo dell’ortofrutta con un valore delle esportazioni di 281 milioni di euro nel 2015, in aumento del 6% nel primo trimestre del 2016. Ma anche i formaggi Made in Italy vanno forte in UK con un valore delle vendite nel 2015 che ha visto superare quota 200 milioni di euro con un aumento del 15% nel primo trimestre del 2016. Oltre un terzo delle vendite di formaggi, precisa la Coldiretti, è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che all’inizio di quest’anno hanno fatto segnare un incremento del 10 per cento ma va forte anche la mozzarella di bufala campana. L’export di olio d’oliva è stato nel 2015 di 57 milioni di euro con un aumenta del 14% nel 2016. “A preoccupare -sottolinea- non è solo la svalutazione della sterlina che rende piu’ oneroso l’acquisto di prodotti Made in Italy ma anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all’esportazioni agroalimentari italiane“. Ad esempio, evidenzia Coldiretti, “si dovrà verificare il destino a livello comunitario della procedura in corso per fermare le etichette a semaforo che la Gran Bretagna ha deciso di far adottare al 98% dei supermercati inglesi nonostante si tratti di un ostacolo alla libera circolazione delle merci che sta mettendo in pericolo alcuni settori cardine dell’export Made in Italy“. Si tratta, spiega, “di una informazione visiva sul contenuto di nutrienti con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute. La segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze“. Il sistema, continua, “finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale“. “Vittime illustri della normativa adottata ingiustamente dal Regno Unito che colpisce il 60% delle produzioni italiane sono – conclude la Coldiretti – le esportazioni delle principali denominazioni Made in Italy, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche gli oli extravergine di oliva, la mozzarella o le nocciole“. (AdnKronos)

Condividi