Brexit: la Royal Society teme ricadute negative sui fondi per la ricerca

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Anche il mondo scientifico britannico teme ricadute negative dopo Brexit, ovvero la decisione di uscire dell’Unione Europea, e in particolare si teme una drammatica riduzione dei fondi per la ricerca. Ad esprimere forti preoccupazioni per le conseguenze della Brexit è la Royal Society, la più antica e prestigiosa istituzione scientifica britannica. Il presidente, il biochimico e biofisico di origine indiana Venkatraman Ramakrishnan, lancia l’appello affinché “la ricerca, che e’ il fondamento di un’economia sostenibile, non subisca tagli” e perché “il governo assicuri che il livello complessivo dei finanziamenti sia conservato“. In passato, infatti, “la scienza britannica e’ stata ben sostenuta dai fondi europei, che sono stati un’integrazione essenziale ai fondi britannici per la ricerca“. Il governo britannico dovrà quindi compensare al venire meno di questi finanziamenti.

Un altro fattore che preoccupa la Royal Society, come si legge in una nota, è che possa venire meno il carattere internazionale della ricerca: “uno dei punti di forza maggiori della ricerca britannica – spiega Ramakrishnan – è sempre stata la sua natura internazionale e abbiamo bisogno di continuare ad accogliere ricercatori e studenti che arrivano dall’estero. Qualsiasi insuccesso nel mantenere immutato il libero scambio di persone e idee tra la Gran Bretagna e la comunita’ scientifica internazionale, compresa quella europea, potrebbe seriamente danneggiare la scienza britannica“.

Il terso punto che con la Brexit andrà a complicaris è la possibilità di conservare relazioni di collaborazione con i Paesi europei: “molte sfide globali – conclude il presidente della Royal Society – possono essere affrontate solo da Paesi che collaborano tra loro ed è più facile lavorare insieme quando politiche e regole sono coerenti. Nel negoziare le future relazioni con l’Europa dobbiamo assicurare che non porremo in atto barriere non necessarie che inibiranno la collaborazione“.

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