Brexit, scienziato italiano in Gran Bretagna: “tutti preoccupati, nessuno sa cosa accadrà”

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Alla vigilia del referendum in Gb sulla Brexit, che ha consegnato all’Europa la volontà dei britannici di uscire dall’Unione “c’era una preoccupazione che purtroppo si è rivelata fondata – racconta all’AdnKronos Salute Giulio Cossu, 63 anni, scienziato italiano super esperto di staminali in forze all’università di Manchester – Ma proprio ieri ero insieme a un collega italiano e a uno tedesco e la convinzione era che di pochi punti si sarebbe rimasti dentro l’Ue”. Una convinzione supportata anche dall’esito dei primi opinion poll usciti alla chiusura dei seggi, che davano in vantaggio il ‘Remain’. Poi la doccia fredda. “Al momento ci si ride sopra. Stamattina – ironizza Cossu, durante la pausa da un meeting al quale sta partecipando – non sono venuti a cercarci a casa. Ma la prossima settimana vado in Italia e al ritorno vediamo se riesco a rientrare“.

BrexitScherzi a parte, però, all’alba del ‘day after’ in cui lo spettro della Brexit è diventato più concreto, l’unico sentimento che regna in ambienti scientifici è il dubbio e la confusione. “Inutile piangere su latte versato, ormai è fatta – si dice Cossu – e questa situazione nessuno sa che ripercussioni avrà”. Soprattutto sui cervelli stranieri in Gb. “A noi dell’ateneo di Manchester è arrivata una lettera della rettrice che ci rassicurava. Ne ho ricevuta una anche dall’Academy of Medical Sciences che assicurava ai membri stranieri che avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere perché nulla cambiasse. Le autorità della scienza e le università sono preoccupate”. E non erano a favore del ‘Leave’.

brexit “E’ chiaro che l’ambiente universitario non è indicativo del Paese in generale, ma qui gli scienziati erano tutti al 100% per rimanere in Europa. Non ne ho incontrato uno a favore del Leave. Ora sono tutti afflitti dall’ipotesi dell’uscita, ma non cambia molto cose”. Dopodiché, riflette Cossu, “la scienza è mondiale, non ha confini e barriere, e non credo che saremo deportati, come diciamo scherzando fra di noi”.

Brexit 02Ma le incognite restano e non sono poche. Dal punto di vista di un camice bianco, in primis riguardano i fondi Ue alla ricerca targata Gb. “E’ anche pensabile che il governo inglese stabilisca un accordo e continui a versare la quota parte che davano alla Comunità europea così da permettere agli inglesi di continuare a presentare le domande, ma può essere che la risposta di Bruxelles sia che i ricercatori inglesi – e quindi anche quelli che lavorano qui – non potranno più concorrere per i fondi europei. Questo renderà più difficile una competizione interna che era già diventata più dura negli ultimi 3-4 anni”, ipotizza lo scienziato.

brexit 05“Ovvio che i contratti in corso saranno onorati”, puntualizza. “Ma in futuro fondamentalmente nessuno sa cosa accadrà, quali saranno le ripercussioni – a lungo termine certo, non domattina – e ovviamente tutti gli stranieri cominciano a guardarsi intorno”. “La situazione è molto cambiata da ieri sera. Non sappiamo neanche se ci stiamo preoccupando in modo eccessivo – prosegue Cossu – ma le premesse giustificano questo. Poi magari ci sbagliamo e non succede niente”. Dei segnali però ci sono già.

brexit“Ad esempio – racconta lo scienziato – una persona che doveva venire dall’Italia a lavorare con me qui a Manchester mi ha scritto chiedendomi se sarà ancora possibile, se in futuro sarà necessario un visto e quale. Chi lo sa? Sono le domande che mi faccio anche io, ma che non hanno risposta per ora”. In questo momento “noi sentiamo solidarietà e vero dispiacere da parte della comunità scientifica inglese, però purtroppo neanche in Inghilterra sono gli scienziati a decidere le sorti del paese e della scienza”. E poi c’è il principio della libera circolazione dei pazienti: “Vedremo come il tutto verrà rivisto. I trial clinici che arruolano malati in Europa continueranno presumibilmente come prima, ma l’idea che un cittadino italiano vada a curarsi in Inghilterra probabilmente no, probabilmente ci sarà una trattativa complicata fra i Paesi. Non so prevedere”. Quanto al suo futuro in Gb, Cossu risponde: “Per ora resto qui. Ma non so ancora cosa farò ‘da grande'”.

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