E’ stato il primo italiano ad effettuare due passeggiate spaziali: chi meglio dell’astronauta Luca Parmitano per ‘lanciare’ in orbita la Nazionale italiana agli Europei. “Siamo partiti con il piede giusto, la cosa importante è contare sulla squadra, dare il massimo per i compagni e affrontare le difficoltà con caparbietà e determinazione“, ha detto il 40enne catanese ospite a Casa Azzurri per una tavola rotonda organizzata dall’Agenzia Italia per il commercio estero e dell’Agenzia spaziale italiana su come l’uso dei satelliti hanno cambiato anche il mondo dello sport. Antonio Martelli ha raccolto per LaPresse le dichiarazioni di Parmitano, che ha trovato non poche analogie sull’attività dell’astronauta e del calciatore. “Il calcio è uno sport di squadra, come il volo spaziale. Nel calcio ci sono i campioni, ma anche il più forte del Mondo non può vincere senza una squadra intorno e lo hanno dimostrato i nostri ragazzi. Lo stesso vale per noi astronauti – ha spiegato – le passeggiate spaziali sono come una partita: c’è bisogno prima di tutto di una preparazione fisica per essere sempre in forma, ognuno di noi ha un compito ben preciso come dei giocatori“. “Per arrivare a certi risultati è importante la determinazione, la volontà e l’umiltà. L’obiettivo deve essere comune. Gli astronauti sono un gruppo piccolo ma coeso – ha detto ancora l’astronauta italiano – nonostante un retaggio completamente diverso perché provengono da tutto il mondo. Nel nostro caso l’ obiettivo comune è l’esplorazione, la tecnologia, migliorare il futuro dell’umanità. Per gli atleti della Nazionale è quello di far bene e rappresentare al massimo la maglia azzurra. La coesione si trova proprio così: più alto è l’obiettivo, più saranno uniti e saranno in grado di far bene per lavorare insieme come una squadra piuttosto che come singoli“.

Come nella ricerca spaziale, anche in una partita di calcio è fondamentale porsi degli obiettivi ed essere pronti di fronte a tutto quello che non è controllabile. “L’obiettivo dipende esclusivamente dagli atleti, più in alto vorranno arrivare e più saranno in grado di farlo. Il bello nello sport – ha ribadito Parmitano – è che ci sono le variabili esterne: è giusto confrontarsi nelle difficoltà, ma è vero che se non fosse difficile non sarebbe interessante“. Con la sua attività, l’astronauta catanese riesce comunque a ritagliarsi un po’ di spazio per la passione sportiva. “Nei grandi appuntamenti, quando gli atleti italiani indossano la maglia della nazionale, anche io mi coloro di azzurro. Quando gioca la Nazionale è un momento bellissimo, di confronto e amicizia, anche di confronto sano contro gli avversari dove il rispetto è importante tanto quanto la voglia di vincere“, ha aggiunto. Come nel calcio, anche nella ricerca spaziale l’Italia è uno dei paesi all’avanguardia. Negli anni le eccellenze tecniche del nostro paese si sono affermate in tutte le attività spaziali, basta pensare che più del 50% dei moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale sono stati realizzati in Italia, a Torino. Ma la ricerca spaziale non è rivolta solo a studiare l’universo, ma anche a migliorare le telecomunicazioni e rendere migliore la nostra vita. Nel 1964 ai Giochi di Tokyo ci furono le prime trasmissioni via satellite di un evento sportivo, oggi senza i satelliti tutto quello che vediamo in tv non sarebbe possibile. “Il volo spaziale umano è una branca molto piccola dello spazio. Nella comunicazione i limiti sono in espansione – ha spiegato Parmitano – sta diventando tutto sempre più accessibile e a portata di mano. La Terra diventerà sempre più piccola proprio grazie a queste tecnologie spaziali“.