Integrando la tecnica di imaging plenottico con misure di correlazione quantistica tra le particelle che compongono la luce ed è possibile superare il limite della fotografia plenottica. E’ il risultato di uno studio, condotto da un gruppo di docenti del dipartimento interateneo di Fisica ‘M. Merlin’ di Bari, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche ‘Enrico Fermi’ di Roma e l’University of Maryland at College Park, pubblicato in copertina sull’ultimo numero della rivista scientifica Physical Review Letters. Una fotocamera plenottica consente non solo di riprodurre l’immagine digitale della scena, ma anche di registrare, con un solo scatto, immagini con prospettive diverse, che consentono sia la ricostruzione 3D della scena, sia la modifica della messa a fuoco delle immagini acquisite. Tuttavia, le attuali fotocamere plenottiche sono caratterizzate da una bassa risoluzione dell’immagine, a causa di un intrinseco limite che lega risoluzione dell’immagine e massima profondita’ di messa a fuoco ottenibile.