L’estate del 1991 fu molto calda in Europa e Nord America. Una delle più grandi ondate di calore del ‘900, e sicuramente la prima ad essere massicciamente coperta dai mass media. Da Roma a New York, passando per Madrid, il grande caldo riempì prime pagine e telegiornali.
Il 1991 in Italia fu segnato da estremi climatici. L’inverno fu freddissimo, con un’ondata di gelo storica. In estate invece, tanti episodi di calore fra cui l’ondata di caldo del luglio 1991 che durò molti giorni. I giornali si innamorarono dell’espressione “quaranta gradi all’ombra”, che venne usata da allora in molte occasioni. A creare particolare disagio in quell’inizio di estate di 25 anni fa, furono gli altissimi tassi di umidità relativa, che superarono (e di molto) l’80% in molte città rendendo la temperatura percepita molto alta.
Il clima torrido si protrasse per molti giorni, quasi tutto il mese, sfiancando la popolazione. Le massime superarono i 35°C in molte città e per diversi giorni consecutivi, con picchi di 38-39°C. Secondo le cronache dell’epoca fu il luglio più caldo dal 1983 ed il secondo più caldo dagli anni ’40. Agosto non fu da meno, e le massime toccarono picchi ben oltre i 30°C per molti giorni consecutivi, facendo diventare quell’estate la più calda degli ultimi decenni.
Spostandoci all’estero, a Madrid nella prima metà di luglio 1991 la temperatura massima media fu di 38,8°C. In alcune aree della Spagna si toccarono i 46°C. I giornali spagnoli cercarono il colpevole: si iniziò a parlare massicciamente delle possibili relazioni con l’effetto serra. Alcuni arrivarono ad incolpare la Guerra nel Golfo, con i colossali incendi dei pozzi petroliferi in Kuwait, appiccati dall’esercito iracheno di Saddam Hussein. A parte le ricostruzioni più fantasiose, non è un caso se soltanto un anno dopo i capi di Stato e i governi di 172 paesi del mondo presero parte al primo grande Summit mondiale sull’ambiente, quello di Rio de Janeiro, da cui sarebbe nato anni dopo il Protocollo di Kyoto.
Anche negli Stati Uniti ci fu un’ondata storica di calore, una delle prime ampiamente coperte dai mass media. Si parlò in quell’occasione dell’aumento della violenza urbana a New York, per via del caldo eccessivo, mentre il sindaco chiedeva ai cittadini di non usare le auto per non peggiorare il grave inquinamento dell’aria in città.
I meteorologi cercarono di tranquillizzare l’opinione pubblica, affermando che si trattava di un normale episodio di calore estivo. Tuttavia il trend di aumento delle temperature dei decenni a seguire, avrebbe fatto saltare nuovi allarmi sulle responsabilità dell’uomo nei cambiamenti climatici.