Più dell’80% dell’umanità vive sotto cieli inondati di luci artificiali e un terzo della popolazione del Pianeta non riesce a vedere mai la Via Lattea, secondo l’ultimo atlante dell’inquinamento luminoso compilato a un’équipe internazionale sotto la guida dell’italiano Istil, l’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso. L’atlante, pubblicato sulla rivista Usa ScienceAdvances, permetterà di studiare l’illuminazione artificiale come un inquinante, che ha conseguenze su salute e ambiente. “Questo nuovo atlante fornisce una documentazione essenziale per l’ambiente notturno, mentre nel mondo si impongono le lampade e a LED” spiega il capo del gruppo, il ricercatore italiano dell’Istil Fabio Falchi. “I livelli luminosi della tecnologia Led e i suoi colori purtroppo potrebbero raddoppiare o triplicare la luminescenza del cielo durante le notti nere” ha detto Falchi. In Europa occidentale restano poche aree relativamente non inquinate dalla luce artificiale, in Scozia, in Svezia, in Norvegia e in alcune aree della Spagna e dell’Austria.
L’atlante, compilato grazie ad immagini satellitari ad altissima risoluzione, mostra che più dell’80% del mondo e il 99% degli Stiati uniti e dell’Europa occidentale vivono sotto cieli inquinati da luce artificiale. In alcune aree, come a Singapore, il livello di inquinamento è così alto che gli abitanti non conoscono notti davvero buie. In questi luoghi il cielo è sempre talmente illuminato che gli occhi degli abitanti non sono addestrati veramente alla visione notturna. I paesi meno inquinati dalla luminescenza del cielo sono il Ciad, la Repubblica centrafricana e il Madagascar, dove i tre quarti degli abitanti vivono sotto cieli notturni davvero neri. Nel G20 l’Italia è la più inquinata, insieme alla Corea del sud, enter il Canada e l’Australia soffrono meno gli effetti ambientali della luce artificiale. Indiani e tedeschi possono vedere più facilmente la Via Lattea dalle loro finestre, sauditi e sudcoreani sono quelli che ne hanno meno occasioni