Un figlio a cui è stata diagnosticata la schizofrenia e che, dopo l’assunzione di farmaci prescritti da psichiatri, continua a peggiorare. La signora Maria ha raccontato la sua testimonianza ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Mio figlio adesso ha 30 anni, a 25 gli è stata diagnosticata la schizofrenia, dopo che aveva fatto uso di droghe pesanti per 5 mesi –ha raccontato Maria-. Fino a 25 anni mio figlio stava bene. Poi ha iniziato a manifestare aggressività e un atteggiamento violento e l’ho fatto visitare da uno staff di psichiatri che gli hanno diagnosticato la schizofrenia. Gli hanno fatto il solito siringone di neurolettici e l’ho trovato a dormire, mezzo morto. Non hanno chiesto la mia autorizzazione per fargli questa terapia. L’avevo portato in un centro ricreativo per persone con problemi mentali. L’hanno preso da lì e portato di fronte dove gli hanno fatto questo siringone. Dopodichè è rimasto lì una settimana e poi è tornato a casa. L’abbiamo visto sempre peggiorare, ha tentato il suicidio, era diventato un robot. Ti dicono che non puoi interrompere l’uso dei farmaci. A noi genitori non ci ascoltano mai, loro sono la verità assoluta e devi seguire quello che dicono. Come si spiega che con una dose più bassa il ragazzo era tornato quasi normale, riacquistando la sua vitalità e invece rialzandola è diventato un assassino che quasi mi voleva uccidere? La colpa è sicuramente del dosaggio dei farmaci. Quando io lo dico nessuno mi ascolta. Io so soltanto che mio figlio è quasi morto, non si alza neanche più dal letto. C’è la volontà politica di non aiutarli, ma di ucciderli lentamente e sistematicamente. Se ci deve essere una riabilitazione deve essere abbassato il veleno e poi riabilitarli”.