Maltempo Campania: i fenomeni estremi primaverili hanno martoriato la regione

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La primavera si chiude e un’altra stagione di sofferenza per l’agricoltura va in archivio a causa del clima impazzito. I fenomeni estremi e imprevedibili hanno martoriato la Campania producendo milioni di euro di danni. Il periodo nero è cominciato in ottobre con l’alluvione nel Sannio“. A dirlo Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania. “Un fenomeno straordinario -sostiene- che ha visto in poche ore scaricare a terra la pioggia di un mese. Il ciclo delle stagioni ha visto poi lo stravolgimento di un inverno troppo mite e secco, di cui pagheremo le conseguenze questa estate quando faremo i conti con le riserve idriche. La primavera è stata caratterizzata da un andamento schizofrenico delle temperature e delle piogge, con picchi e cali improvvisi che hanno generato grandinate e gelate violente“. “Ricordiamo i vigneti bruciati dal gelo nelle aree interne -sostiene- in particolar modo in Irpinia. E le forti grandinate che hanno colpito il settore ortofrutticolo della costa, dall’alto casertano al napoletano al salernitano. Fenomeni a macchia di leopardo, che hanno creato però danni consistenti ai nostri agricoltori. Con il climate change tocca fare i conti, attrezzandosi in maniera strutturale. A partire dalla gestione delle risorse idriche, che vanno custodite evitando dispersioni, sprechi, inquinamento“. “Gli eventi calamitosi della primavera -aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania- ci fanno riflettere sulle contromisure necessarie. Coldiretti ha chiesto alla Regione di mettere in campo misure ordinarie e straordinarie, ma continuiamo a sensibilizzare gli agricoltori affinché utilizzino al meglio lo strumento delle assicurazioni per la gestione del rischio“. “Possiamo tuttavia cogliere in maniera positiva -fa notare- l’interessamento degli Enti locali, che si sono fatti portavoce degli interessi del territorio. Purtroppo è inutile pensare che nel breve periodo il clima torni ad un andamento accettabile. Occorre attrezzarsi di conseguenza, e allo stesso tempo caratterizzare il mondo agricolo come il settore naturalmente vocato a farsi sentinella ambientale“.

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