Le anomalie di un mese di giugno alquanto inconsueto, sul fronte sia delle temperature che delle precipitazioni, rischiano di mettere in seria difficoltà centinaia di aziende agricole del territorio padovano già messe duramente alla prova, negli ultimi anni, dalla crisi generale e da un reddito che non riesce quasi mai a superare i costi di produzione. Il MALTEMPO sta determinando un aumento dei costi per l’utilizzo di prodotti fitosanitari da parte degli imprenditori agricoli, una minor qualità dei prodotti, ed un calo del reddito delle aziende.
Nello specifico, seppur in una situazione abbastanza omogenea da un punto di vista territoriale, vi sono alcuni settori dell’agricoltura che, al momento, soffrono più di altri gli effetti dell’elevata piovosità e delle temperature ben al di sotto della media stagionale. In particolare, la Cia di Padova segnala 17.640 ettari coltivati a frumento che rischiano di essere penalizzati nella qualità del prodotto e nella redditività delle aziende: le abbondanti piogge fanno si che il frumento non riesca a maturare, e a diminuire il peso specifico sull’amido, determinando una scarsa qualità del prodotto che, successivamente, verrà venduto a prezzi inferiori. A questi si aggiungono 1.500 ettari dedicati alle orticole, la cui pioggia ne rende impossibile la raccolta: l’umidità crea problemi fitopatologici alle piante, con oneri aggiuntivi per gli imprenditori agricoli costretti a gettare il prodotto oppure, nei casi migliori, a spendere ulteriore denaro per sanare la situazione di quello esistente.
Ma non è finita qua: ci sono altri 19.000 ettari coltivati a soia in molte aree della provincia e, in questo caso, la pioggia determina l’asfissia della pianta, e quindi la morte. Per finire, i viticoltori sono costretti a effettuare trattamenti fitosanitari ripetutamente ai 5.400 ettari di vigneto, accollandosi costi aggiuntivi per non veder vanificato il lavoro di anni. ”Se queste condizioni atmosferiche dovessero perdurare – dichiara il Direttore di CIA Padova, Maurizio Antonini -, non esiteremo a chiedere alle istituzioni lo stato di calamità. Le aziende hanno bisogno di un sostegno adeguato”.