E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica BMC Neurology uno studio intitolato “Brain perfusion imaging with voxel-based analysis in secondary progressive multiple sclerosis patients with a moderate to severe stage of disease: a boon for the workforce” (Imaging di perfusione cerebrale con analisi basata sui voxel su pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva con uno stadio della malattia da moderato a grave: un vantaggio per la manodopera).
Secondo alcuni ricercatori iraniani, il presente studio è stato effettuato per valutare la perfusione cerebrale nei pazienti sclerosi multipla (SM) con uno stadio della malattia da moderato a grave. Alcuni pazienti sono stati sottoposti ad ossigenoterapia iperbarica (HBOT) ed è stato confrontata la perfusione cerebrale prima e dopo il trattamento.
Gli autori hanno studiato retrospettivamente 25 pazienti con SM secondariamente progressiva (SM-SP) dal database dell’ospedale. La disabilità neurologica è stata valutata con il punteggio della scala EDSS. La perfusione cerebrale è stata valutata con SPECT cerebrale (99 m) Tc-labeled bicisate (ECD) ed i dati sono stati confrontati con mappatura statistica parametrica (SPM). In totale, 16 pazienti sono stati sottoposti ad ossigenoterapia iperbarica (HBOT). Prima della HBOT e dopo 20 sessioni di trattamento con ossigeno, è stata nuovamente valutata la perfusione cerebrale con la tomografia ad emissione di fotone singolo (SPECT) 99mTc-ECD ed i risultati sono stati valutati e confrontati. La perfusione cerebrale è stata valutata con SPECT cerebrale (99 m) Tc-labeled bicisate (ECD) ed i dati sono stati confrontati con la mappatura statistica parametrica (SPM).
Sono stati inclusi nello studio un totale di 25 pazienti con SM-SP, 14 donne (56%) e 11 uomini (44%) con un’età media di anni 38.92 ± 11,28. La durata media della malattia era di anni 8,70 ± 5,30. Dei 25 pazienti, 2 (8%) avevano una SPECT normale e 23 (92%) avevano uno studio SPECT anormale della perfusione cerebrale. Lo studio ha mostrato una significativa associazione tra la gravità della compromissione della perfusione con la durata della malattia e anche con l’EDSS (P <0,05). C’è stato un miglioramento significativo nelle scansioni pre e post-trattamento di perfusione (P <0,05), ma questo non ha dimostrato un miglioramento significativo nella valutazione soggettiva e oggettiva clinica dei pazienti (P> 0,05).
Secondo gli autori, questo studio ha descritto una diminuita perfusione cerebrale nei pazienti con SM-SP con un punteggio di disabilità da moderato a grave e la sua associazione con i parametri clinici. Considerata la sua accessibilità, il prezzo piuttosto basso, la facilità pratica, ed essendo le informazioni quantitative obiettive, la SPECT della perfusione cerebrale può essere complementare ad altre modalità diagnostiche come la risonanza magnetica ed esami clinici di controllo e monitoraggio della malattia. La letteratura su questo importante tema è estremamente scarsa, e sono necessari studi di follow-up per valutare questi risultati preliminari.