Medicina, l’esperto: la risonanza magnetica in futuro anche come terapia

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La risonanza magnetica è una della armi diagnostiche più potenti oggi a nostra disposizione. E, in futuro, potrebbe anche essere un importante strumento di terapia“. Lo ha spiegato Renato Apolito, responsabile dell’unità di diagnostica per immagini e radioterapia della Clinica Mediterranea di Napoli, intervenuto al simposio dedicato alla metodica che si è tenuta nella struttura partenopea.
Allo stato attuale – ha ricordato Apolito all’Adnkronos Salute – la Rm trova applicazione nello studio del sistema nervoso, del sistema muscolo scheletrico, del sistema cardiovascolare, del sistema digerente, nei tumori femminili. Diciamo che è una metodica multivalente che si utilizza nello studio, praticamente, di tutto il corpo“. Presumibilmente, un giorno “potrà essere usata come terapia. La possibilità di conformare i campi magnetici ci può permettere, in qualche modo di guidare (ed è già stato fatto) per esempio dei cateteri endovascolari in modo che possano raggiungere determinati distretti corporei. In un futuro si potrebbe ipotizzare, anche se al momento è un po’ fantascientifico, il viaggio di un farmaco collegato ad un vettore che sia sensibile all’induzione magnetica“.
risonanzaLa risonanza magnetica, ha aggiunto, oltre ad essere potente e’ “anche, in qualche modo, rispettosa dell’integrità dell’organismo umano perché non utilizza radiazioni ionizzanti. Questo non significa che, in futuro, la risonanza soppianterà completamente le altre metodiche. Acquisirà degli spazi. Ma anche le altre metodiche continueranno a svilupparsi. Basti pensare alla radiologia interventistica“.
Anche per il cuore lo studio con la risonanza magnetica può dare risultati e possibilità di diagnosi che altre metodiche non danno“. Lo ha ricordato Luigi Chiariello, direttore del Centro cuore della struttura napoletana. “Nel campo della diagnostica per immagini,” ha detto Chiariello, “la tac, che è molto utile nello studio dell’apparato cardiovascolare, non dà, come invece fa la risonanza magnetica, la possibilità di uno studio anche funzionale delle valvole e dell’attività cardiaca“.
Con la tac abbiamo immagini statiche – ha aggiunto – mentre con la risonanza magnetica abbiamo tutta la cinetica cardiaca che può essere esplorata molto bene. Questo è un grosso vantaggio, considerando che la risonanza è una metodica ad altissima sensibilità e che quindi ci consente di visualizzare con molta precisione le strutture cardiache“.
Queste metodiche diagnostiche, ha aggiunto Chiariello, sono “in continua evoluzione. I tempi della risonanza magnetica, che restano ancora un limite rispetto ad altre tecnologie, negli ultimi anni si sono abbreviati. E, presumibilmente, nel futuro, sarà una tecnica diagnostica di più rapida attuazione. Così come è successo con la tac, oggi realizzabile in pochi minuti, anche per la Rm mi aspetto una rapida progressione in questo senso“, ha concluso Chiariello. (AdnKronos)

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