Il cibo è un elemento centrale, ma le neuroscienze hanno dedicato finora pochi studi alla comprensione di come esso sia rappresentato nel cervello. Raffaella Rumiati, che dirige il laboratorio INSuLa della SISSA, e Francesco Foroni, ricercatore della SISSA, hanno analizzato i lavori disponibili, prendendo in considerazione anche quelli su pazienti con lesioni cerebrali, inserendoli nelle teorie oggi usate per spiegare la categorizzazione semantica. Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychonomic Bulletin Review, mostra che il quadro e’ ancora troppo frammentario per far prevalere un’impostazione teorica sull’altra. “La ricerca legata al cibo nell’ambito alla categorizzazione semantica e’ ancora troppo scarsa – spiega Rumiati – Osserviamo pero’ di importante che e’ proprio la categoria ‘cibo’ che puo’ aiutare la ricerca a disambiguare fra le varie impostazioni anche nel quadro piu’ generale: il cibo e’ stimolo trasversale, che possiede caratteristiche degli oggetti animati e anche di quelli inanimati, in piu’ e’ fondamentale per la sopravvivenza e quindi ha un valore importante a livello evolutivo. Chi fara’ ricerca in futuro avra’ un riferimento nel progettare esperimenti e stimoli“, conclude Rumiati.
L’equipe di lavoro alla SISSA ha messo a punto un database, gratuito e aperto a tutti, dove sono disponibili immagini di cibo standardizzate rispetto ad alcune variabili, che puo’ essere molto utile a chi fa ricerca in questo campo (il database si chiama FRIDA http://foodcast.sissa.it). Tra le teorie affrontate, c’e’ quella “sensoriale-funzionale” di Elizabeth Warrington, Rosaleen McCarthy e Tim Shallice, per la quale gli oggetti sono divisi in base al tipo di analisi che viene fatta sullo stimolo: gli oggetti animati sono esaminati principalmente in base alle loro caratteristiche sensoriali, i manufatti sono analizzati in base alla loro funzione. Presente anche la teoria “dominio-specifica”, di Alfonso Caramazza, per la quale i nostri meccanismi di categorizzazione semantica sono stati plasmati dalla selezione naturale. Rumiati e Foroni hanno poi esaminato i dati alla luce della categorizzazione semantica delle teorie embodeid cognition (la categorizzazione degli oggetti e’ fondata sull’attivazione del sistema sensoriale e motorio).