Con le sue eruzioni di vapore, i suoi famosi geyser, Encelado è una delle lune di Saturno più affascinanti e misteriose, con quell’oceano di acqua che contraddistinguerebbe il suo nucleo.
Un oceano d’acqua, che secondo i dati raccolti con la sonda Cassini, sarebbe separato dalla superficie da uno spesso strato di ghiaccio che andrebbe dai 30/40 km di spessore ai poli fino ai 60 all’equatore. La rotazione del pianeta e gli effetti mareali sembrano contraddire questi dati e presentare una Encelado con una crosta ghiacciata decisamente più sottile, cosa che però non si concilierebbe con dati relativi alla gravità e alla topografia.
A mettere fine alle contraddizioni sembra essere un recente lavoro apparso sulla rivista on line Geophysical Research Letters. Gli autori della ricerca del Laboratorio di Planetologia Geodinamica di Nantes, dell’Università Charlie di Praga e del Reale Osservatorio del Belgio, propongono un nuovo modello che riconcilia i dati ottenuti con le osservazioni di Encelado, ipotizzando che lo strato di ghiaccio ai poli sia assai meno spesso del pensato.
Cercando di conciliare le contraddizioni – spiega l’ASI – gli autori hanno ipotizzato che i primi duecento metri del ghiaccio che copre Encelado si comporta come una conchiglia elastica. In accordo con tale ipotesi il nucleo della luna di Saturno sarebbe roccioso e con un diametro di 185 km e con un oceano interno profondo 45 km e separato dalla superficie da uno strato di ghiaccio con unospessore medio di 20 km ed appena di 5 ai poli. L’oceano interno rappresenterebbe un volume pari al 40% della Luna e con una presenza di sale simile a quello presente negli oceani terrestri.
Questo nuovo scenario implica un nuovo equilibrio energetico per Encelado. Un sottile strato di ghiaccio come quello ipotizzato trattiene meno calore e gli effetti mareali prodotti da Saturno non sono in grado di spiegare il flusso di calore intenso che scuote la crosta di Encelado. Questo modello rafforza l’idea del calore intenso che caratterizzerebbe l’interno del satellite saturniano e renderebbe più plausibile la presenza di molecole organiche complesse e quindi di condizioni favorevoli alla comparsa della vita.
Se lo strato della luna fosse in effetti più sottile come ipotizzato da questo lavoro, I futuri radar a bordo delle sonde spaziali potrebbero analizzare direttamente il sottosuolo di Encelado, cosa che con uno strato ipotizzato di 40 km sarebbe tecnologicamente poco affidabile.