Cento anni fa Einstein prevedeva l’esistenza delle onde gravitazionali, la cui esistenza è stata confermata qualche mese. Era proprio il 29 giugno 1916, e in poche pagine Einstein prevedeva il fenomeno come conseguenza della teoria descritta nell’equazione sulla relatività generale, presentata qualche mese prima, nel novembre 1915, all’Accademia Prussiana di Berlino. ”Quando Einstein pubblicò le sue equazioni usò una matematica piuttosto ostica che si basava sulla geometria differenziale”, ha dichiarato Fulvio Ricci, coordinatore delle collaborazione Virgo che ha analizzato i dati di Ligo e che fa capo allo European Gravitational Observatory (Ego), fondato e finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).
”La comunità scientifica – ha spiegato Ricci – ebbe difficolta’ a digerire le equazioni di Einstein e se la relativita’ ebbe la prima conferma sperimentale nel 1919, l’esistenza delle onde gravitazionali è restata nel limbo per 100 anni”. L’individuazione di due segnali derivanti entrambi dalla fusione di due buchi neri, catturati dallo strumento Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), in Usa, e analizzati dalle collaborazioni Ligo e Virgo, 100 anni dopo l’intuizione di Einstein, apre una nuova pagina per la fisica e per la cosmologia. Sarà ad esempio possibile ascoltare le onde gravitazionali emesse appena dopo il Big Bang, riuscendo così a ”fare luce sulla nascita dell’universo”.