“The Floating Piers”: sul lago d’Iseo un’opera unica,ma il grande pubblico preoccupa

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E’ probabilmente l’evento di arte contemporanea più atteso dell’intera estate in Italia e segna il ritorno nel nostro Paese di un protagonista assoluto come Christo. Ma intorno a The Floating Piers, la ormai celebre passerella galleggiante arancione di tre chilometri che unirà le sponde del Lago d’Iseo a Montisola, accanto alla grande attesa fioriscono anche le polemiche. A fronte di una previsione trionfale – a livello numerico – di 50mila visitatori al giorno per le due settimane di durata dell’evento, Legambiente, per bocca del suo responsabile lombardo per i Trasporti Dario Balotta, denuncia i rischi legati alla mobilità dei visitatori. “Da Iseo verso la pianura – ha spiegato – ci sarà probabilmente molta congestione automobilistica proprio perché i parcheggi richiamano tante automobili.

The Floating Piers lago d'iseo Noi abbiamo fatto una proposta, lo abbiamo detto al prefetto: chiediamo di contingentare i flussi, non solo della passerella, ma i flussi di arrivo a Sulzano, per evitare che si creino dei colli di bottiglia”. Limitare, ridurre, gestire. Verbi che appartengono alla tradizionale diffidenza italiana verso le manifestazioni e le creazioni che ambiscono ad avere una portata più ampia. Prospettiva che invece un artista come Christo ha sempre pervicacemente portato avanti, insieme alla moglie Jeanne-Claude, anche nel caso del sogno di quest’ultimo progetto. “Il Piers Project – ci ha raccontato Christo in occasione della presentazione della mostra bresciana su tutti i suoi lavori legati all’acqua – nasce negli anni Settanta, quando abbiamo proposto la costruzione di piccoli moli nel delta del Rio della Plata in Argentina, ma non abbiamo avuto il permesso, è ripartito ed è arrivato a un buon punto di avanzamento nella baia di Tokyo nel 1996-97, ma poi ancora siamo stati stoppati. E finalmente abbiamo avuto il permesso di farlo e ora siamo arrivati al lago d’Iseo”. A una settimana dall’inaugurazione però i dubbi di alcuni sono sempre più grandi. E Legambiente ha raccolto anche la testimonianza dell’architetto Maria Grazia Comincioli. “I problemi di questa operazione – ha detto – sono proprio l’impatto, sia sull’ambiente, sia su quella che è la vita di coloro che abitano il lago. La conformazione stessa del lago e in particolare di questa parte del lago inibisce proprio questo tipo di affluenza molto pesante”. Ironia della sorte, si lamenta spesso che l’arte contemporanea non riesca a coinvolgere il grande pubblico del Belpaese, ma quando poi ci riesce ecco che i numeri spesso diventano un problema. E la risposta alla fatidica domanda “Chi ha paura di Christo?”, è semplicemente “noi”.

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