Partirà nella notte tra sabato e domenica, con la simulazione di deragliamento di un treno passeggeri all’interno della galleria Monte Olimpino 2 nei pressi di Como, “Odescalchi 2016”, l’esercitazione italo-svizzera di protezione civile che consentirà nel corso di quattro giorni di testare le procedure di intervento e le funzionalità delle strutture di coordinamento in una emergenza transfrontaliera.
Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, parteciperà alla prima giornata esercitativa, domenica 19 maggio. Alle ore 9.00 sarà al Centro Cooperazione di Polizia e Doganale di Ponte Chiasso in occasione della firma del protocollo di intervento per le emergenze di protezione civile di carattere transfrontaliero, che verrà siglato a Chiasso dal Prefetto di Como, Bruno Corda, e dal Consigliere di Stato del Canton Ticino, Norman Gobbi. Visiterà, poi, gli scenari operativi sia in territorio svizzero sia italiano: sarà ai centri di coordinamento istituiti a Como e al posto di comando avanzato dello scenario dell’antincendio boschivo.
“Odescalchi 2016”, promossa dall’Esercito del Canton Ticino svizzero con il coinvolgimento dell’Esercito Italiano, in accordo con il Canton Ticino della Confederazione svizzera, la Prefettura di Como, Regione Lombardia e con il supporto del Dipartimento nazionale della Protezione civile, è una esercitazione congiunta tra i sistemi di protezione civile italiana e svizzera che ha l’obiettivo di testare la risposta della cooperazione transfrontaliera nelle attività di protezione civile, nella consapevolezza che, nel caso in cui si verifichino situazioni di emergenza che interessino direttamente o indirettamente il territorio a ridosso della fascia confinante tra la provincia di Como e il Canton Ticino, è necessario garantire una tempestiva e adeguata assistenza alle popolazioni interessate.
Alla simulazione del deragliamento del treno presso Como, con il soccorso e l’assistenza di circa 80 figuranti, ne seguirà una seconda, che prevede un ulteriore incidente ferroviario in territorio svizzero, presso la stazione di Chiasso, con ampi sconvolgimenti in territorio elvetico e una serie di ripercussioni sul fronte italiano, tra cui l’innesco di un incendio boschivo che consentirà di testare la risposta delle squadre antincendio del volontariato regionale, in sinergia con uomini e mezzi del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco.
Gli operatori dell’informazione potranno seguire sia le attività che si svolgeranno domenica 19, sia il programma previsto per martedì 21 giugno, quando verrà organizzata una visita – a bordo di mezzi forniti dagli Eserciti Italiano e Svizzero – agli scenari esercitativi sia in territorio italiano sia svizzero. Nella giornata del 21 gli operatori dell’informazione interessati dovranno presentarsi a partire dalle ore 9.00 presso il Palapenz di Chiasso, dato l’inizio delle attività programmato per le ore 10.00.
I laureati che si formano nei dipartimenti di geologia operano per la difesa del suolo dai terremoti, dalle frane e dagli altri innumerevoli rischi che caratterizzano il nostro territorio. “Un territorio unico nella sua bellezza ma anche nell’innata pericolosità legata alla giovane età geologica”: è la riflessione di Rodolfo Carosi, professore ordinario all’Università di Torino e rappresentante dei professori di geologia nel Consiglio Universitario Nazionale, che continua: “Senza dipartimenti di Scienze della Terra avremo meno laureati in geologia –ha dichiarato Carosi – e meno preparati, perché è in questi dipartimenti che si realizzano quelle ricerche che fanno avanzare le conoscenze che nutrono la formazione superiore e che permettono metodi sempre più efficaci di prevenzione e di intervento. Sarebbe paradossale che proprio in Italia le università dovessero rinunciare ai dipartimenti di geologia che sono presenti in tutti i sistemi universitari del mondo”.
“La legge in discussione non ha alcun costo aggiuntivo per lo Stato – ha concluso il Presidente Peduto – mentre indebolire la conoscenza degli aspetti geologici del territorio italiano e quindi le azioni di difesa e prevenzione ha avuto nel passato e avrebbe nel futuro costi immensi, in vite umane e in denaro, per i frequenti disastri naturali o indotti dall’azione dell’uomo e per la successiva necessità di interventi molto onerosi di ripristino e di messa in sicurezza. Senza dimenticare che l’enorme patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese è anch’esso sottoposto a rischi di costi incalcolabili”.