“Mi sono stupita che il dato sul pregiudizio scientifico sulle donne scienziate sia così forte. Vuol dire che su questo fronte dobbiamo fare ancora di più. E coinvolgerò anche le protagoniste -ricercatrici e donne medico– per aiutarci in questa che non è una rivendicazione, ma un’affermazione culturale delle proprie capacità e del fatto che siamo diverse. E questo non vuol dire peggiori. Anzi“. Commenta così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la ricerca internazionale presentata in occasione del premio L’Oreal, secondo cui sette italiani su 10 dubitano delle capacità delle donne come scienziate.
E il ministro si dice pronta a firmare il manifesto ForWomenInScience per sostenere le donne nella scienza. “I numeri -aggiunge Lorenzin a margine dell’audizione in Commissione d’inchiesta sull’accoglienza ai migranti- mi sembrano non rispecchiare la realtà. Perché, in realtà, i cittadini stanno dimostrando di scegliere le donne per i ruoli apicali in altri ambiti“. Nella scienza, “probabilmente c’è un pregiudizio che, però, viene sfatato nella realtà. Abbiamo molti più laureati donne in medicina, le ricercatrici oggi sono fortissime. E brevettano. Nella mia esperienza personale, poi, noto che si crea un rapporto molto più stretto tra il medico donna e il paziente che si sente seguito“. Ma il ministro ammette che ci sono ancora “pregiudizi che vanno sconfitti. E l’unico modo per farlo è continuare a rispettare le donne e farne emergere il valore“.
“Personalmente -ha aggiunto Lorenzin- ho nominato presidente del Consiglio superiore di sanità una donna. E ho voluto nominare in modo paritetico gli organi del Css: è stata una cosa eccezionale. Quando annunciai che volevo farlo qualcuno mi disse che non c’erano abbastanza donne ricercatrici e scienziati. Invece lo abbiamo fatto. Credo che lo spazio nella scienza, più che in altri campi, sia altamente meritocratico: sono dati oggettivi, non dipendono dal genere”.