Weekend col brivido per Rosetta e il suo team. Mentre il mondo scientifico celebrava la prima osservazione diretta di glicina su una cometa, la sonda interrompeva bruscamente le comunicazioni con la Terra ed entrava in modalità provvisoria. Ultimo contatto: sabato pomeriggio, mentre si trovava a circa 5 km dalla superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko. Poi il silenzio, quasi 24 ore di attesa che hanno tenuto il team di missione con il fiato sospeso. Ora – spiega l’ASI – le comunicazioni con il veicolo sono state ristabilite e si lavora per riprendere le normali operazioni.
Analisi preliminari suggeriscono che i sensori stellari di Rosetta – che nel momento del black-out si trovava molto vicina alla cometa – siano stati ingannati dai grani di polvere che avvolgono 67P e abbiano puntato su di una ‘falsa stella’. Ciò avrebbe dato origine a errori di navigazione che avrebbero posto la navicella in safe-mode.
“È stato un weekend estremamente drammatico – ha commentato Sylvian Lodiot, operation manager di Rosetta – dopo aver perso il contatto, abbiamo inviato comandi ‘alla cieca’, operazione che riportato in funzione i sensori stellari e ha ricondotto il veicolo spaziale in assetto. Abbiamo poi ripristinato il contatto con la sonda. Tuttavia, stiamo ancora cercando di confermare la posizione esatta del veicolo spaziale lungo la sua orbita attorno alla cometa. Al momento abbiamo ricevuto solo le immagini di navigazione di questa mattina, le prime da sabato.”
Il comando è stato impartito dalla stazione di terra di New Norcia, Australia, e più tardi, la base dell’ESA Cebreros, in Spagna, è stato utilizzata in supporto per il recupero della sonda.
Come sempre avviene durante le procedure di safe-mode, gli strumenti di bordo vengono commutati automaticamente, consentendo agli operatori di attivare le misure necessarie per recuperare completamente il veicolo spaziale prima di riprendere le attività scientifiche.
Prima dell’’incidente’, l’obiettivo per questa settimana era di portare Rosetta su orbite di 30 km entro mercoledì 1 giugno. Il team spera ancora di riuscire nell’intento e per allora, di aver ripreso le normali operazioni.
Gli eventi occorsi nel weekend mettono in evidenza i rischi e le criticità che la navicella dovrà affrontare durante le ultime settimane della missione quando Rosetta scenderà ancora più vicino alla superficie di 67P e sarà quindi più colpita dall’attività cometaria. I grani di polvere potrebbero nuovamente disturbare i sensori di assetto stellare e tanto che il team sta valutando l’ipotesi di spegnere ‘le bussole’ in alcuni momenti specifici. Ciò per evitare che il veicolo entri in modalità provvisoria e quindi‘escluda’ gli strumenti scientifici proprio nelle fasi conclusive della missione.
Dettagli sulla discesa finale di Rosetta saranno forniti prossimamente. Attualmente i piani prevedono di scendere sul piccolo lobo vicino al sito scelto originariamente per lo sbarco di Philae nell’area denominata Agilkia, il prossimo 30 settembre.