Salute: 190mila italiani sordociechi, 9.800 bimbi con deficit sensoriale

MeteoWeb

In Italia le persone con problemi legati sia alla vista che all’udito sono 189 mila. Più in generale, quelle con disabilità sensoriale collegata alla vista o all’udito (non simultanee dunque) sono 1 milione e 700 mila. Di queste, 9.855 sono bambini e ragazzi iscritti alle scuole primarie e secondarie e rappresentano lo 0,11% del totale degli alunni nell’anno 2014/2015. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di bambini e ragazzi che vivono una condizione estremamente complessa, “poiché associano al deficit sensoriale altre disabilità, come quella intellettiva, motoria, disturbo dello sviluppo del linguaggio e disturbi dell’apprendimento“. E ancora, circa 108 mila persone sono di fatto confinate in casa, non essendo in grado di provvedere autonomamente a se stesse a causa di altre gravi forme di disabilità che spesso si aggiungono ai problemi di vista e udito. E’ quanto emerge dal primo studio sul fenomeno della sordocecità in Italia, promosso dalla Lega del Filo d’Oro – associazione italiana impegnata da oltre 50 anni sul fronte dell’assistenza, educazione, riabilitazione e reinserimento familiare e sociale delle persone sordocieche – e realizzato dall’Istat. Un lavoro che è stato presentato oggi al convegno organizzato dall’Associazione presso il ministero della Salute. La ricerca ricostruisce, attraverso la classificazione internazionale Icf che considera la disabilità come il risultato dell’interazione tra le condizioni di salute di un individuo e l’ambiente in cui vive, le reali dimensioni del fenomeno della sordocecità, fino a poco tempo fa sommerso e che sembrava riguardare solo poche migliaia di persone. “Il convegno di oggi è per noi un primo passo verso un cammino sempre più serrato per la rappresentanza delle persone sordocieche di cui siamo gli occhi e la voce. Un cammino iniziato oltre cinquant’anni fa e che adesso ci vede in prima linea per l’attuazione della legge 107/2010 che riconosce alla sordocecità una disabilità specifica unica. Grazie a questo studio realizzato dall’Istat, siamo riusciti a dimostrare che i confini di questa disabilità complessa e articolata sono molto più estesi di quanto si potesse immaginare“, dichiara Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro. E ancora, il 64,8% delle persone sordocieche è donna, mentre l’87,9% ha più di 65 anni. Il 31,2% vive nelle regioni del Nord, il 30,6% vive in quelle del Sud, il 21,4% nel Centro e il 16,8% nelle Isole. Ma di che realtà parliamo? Il 95% di tutto ciò che apprendiamo viene percepito attraverso la vista e l’udito. Una persona è considerata sordocieca quando vi è una combinazione della perdita, totale o parziale, della vista e dell’udito. Quando oltre al deficit visivo e uditivo sono presenti altre minorazioni (di tipo motorio, intellettivo, danni neurologici, patologie organiche, eccetera), allora si ha una condizione di pluriminorazione psicosensoriale. Si tratta di disabilità che comportano serie limitazioni nella capacità di comunicare, nell’autonomia personale e nell’apprendimento, oltre a gravi difficoltà anche nella percezione dell’ambiente circostante e nelle relazioni interpersonali. Secondo i dati emersi dallo studio Istat, la metà circa delle persone sordocieche (il 51,7% del totale) presenta anche una disabilità motoria. Per 4 disabili su 10, invece, si riscontrano danni permanenti legati a insufficienza mentale, mentre disturbi del comportamento e malattie mentali riguardano quasi un terzo dei sordociechi (il 32,5% dei casi). Solo il 36% del totale non presenta invalidità aggiuntive rispetto alle problematiche legate a vista e udito, mentre ben il 21,6% somma a queste almeno altre 2 forme di invalidità. Nella maggioranza dei casi – 7 su 10 – i sordociechi hanno difficoltà a essere autonomi nelle più semplici attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire da soli). Inoltre, per questa difficoltà ad affrontare la vita senza un sostegno esterno, 6 su 10 (il 57.1%, circa 108 mila persone) sono di fatto confinati in casa, sul letto o su una sedia, vedendosi quasi totalmente preclusa una vita sociale e, spesso, anche affettiva. E il 30,1% ha difficoltà a muoversi e camminare. Esiste poi una minoranza (13,2%), pari a circa 20 mila persone, che assommano tutti e tre i livelli di difficoltà (confinamento, difficoltà di movimento e difficoltà nelle più semplici funzioni quotidiane), di fatto vivendo in uno stato di dipendenza assoluta e di bisogno di assistenza nell’intero arco della giornata. Con le conseguenze e le difficoltà che si possono immaginare sia per le persone stesse, che per le loro famiglie. All’interno di questo complesso scenario si comprende come mai solo una persona sordocieca su 10 è riuscita a raggiungere un livello di istruzione superiore alle scuole medie inferiori.

Condividi