Salute: “debito di sonno” vale 0,5% del Pil italiano e brucia ogni anno fino a 5 mld all’anno

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C’è un debito nascosto che vale lo 0,5% del Pil italiano e brucia ogni anno fino a 5 miliardi di euro. E’ il ‘debito di sonno‘. L’impatto lo hanno stimato gli esperti dell’Istituto superiore di sanità calcolando i costi totali, diretti e indiretti, derivanti dalla Sindrome delle apnee ostruttive notturne (Osas). Un’emorragia di risorse che si aggira fra i 3,5 e i 5 miliardi e ha come principali voci di spesa i costi di ospedalizzazione, la perdita di produttività e le spese derivanti dagli incidenti stradali. Ma lo stesso studio dimostra che, se il 75% dei pazienti affetti da Osas venisse curato, si risparmierebbero circa 2,8 miliardi, con una drastica riduzione di incidenti stradali e infortuni sul lavoro e incremento di giorni lavorativi.

colpi di sonnoIl problema non è da poco: da un lato c’è il capitolo lavoro, e studi dimostrano come il dipendente piegato dalla carenza di sonno è come una persona annebbiata dall’alcol. Dall’altro le stragi su strada. Già nel 2001, in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Sleep’, il team di Sergio Garbarino dell’università di Genova denunciava come quasi il 22% degli incidenti stradali fosse attribuibile al fattore sonnolenza. In cifre, 7.360 sinistri per una spesa di 1,5 miliardi di euro l’anno. Proprio per cercare di arginare questa ecatombe, all’inizio del 2016 anche l’Italia ha recepito la direttiva Ue n.85 attraverso un decreto legge del 3 febbraio 2016: il rilascio o rinnovo della patente di guida per i soggetti con sospetta Osas con un profilo di rischio elevato deve essere subordinato a una ulteriore valutazione specialistica che si avvale tra gli altri di un esame specifico, la polisonnografia cardiorespiratoria.

sonnoPartendo dal presupposto che la prevenzione è l’arma vincente per affrontare l’Osas, è chiaro che una delle criticità che stiamo affrontando è quella della pianificazione sanitaria della patologia, per fornire ai cittadini un percorso diagnostico di trattamento e un follow-up il più possibile rapido ed efficace – spiega Garbarino che è specialista neurologo e componente della Commissione del ministero della Salute per il recepimento della direttiva europea, oltre che consulente scientifico nel centro Sonnomedica (dedicato alla medicina del sonno) – Solo attraverso un approccio multidisciplinare possiamo raggiungere risultati concreti innanzitutto per la salute e la sicurezza dei cittadini, e con una conseguente riduzione del rilevante danno economico“. Il popolo di assonnati negli ultimi 20 anni è aumentato, complici gli stili di vita moderni che hanno inciso significativamente sull’incremento di questi disturbi.

SONNOIn Italia, spiegano gli esperti, le ultime stime parlano di almeno 4 milioni di persone affette da insonnia cronica e circa 9 con qualche forma di disturbo del SONNO. E c’è il nodo lavoro: il problema è finito sotto la lente degli economisti che con calcolatrice alla mano hanno tentato di fotografare l’impatto sulle performance, in ogni settore dai trasporti al mondo della finanza. Se i dati pubblicati da ‘Sleepiness and Human Impact Assessment‘ (volume che ha fra i suoi autori Garbarino) segnalano l’impatto sul Pil, passando dalle statistiche alla vita reale emerge che diverse grandi aziende hanno tentato di correre ai ripari, adottando strategie per favorire il buon SONNO dei propri professionisti. Una ricerca dell’americana McKinsey, datata febbraio 2016, dimostra come l’insufficienza di SONNO influisca negativamente sulla performance, in particolare nell’esercizio della leadership, causando significative perdite finanziare per le aziende.

SONNO IRREGOLARE BIMBI - CopiaLo studio ha coinvolto 81 organizzazioni aziendali e 189 mila persone in tutto il mondo. Dopo 17-19 ore di veglia, segnalano i ricercatori, le performance di un determinato individuo su una serie di task sono equivalenti a quelle di una persona con un tasso alcolemico pari allo 0,05%, ovvero il limite legale fissato in diversi Paesi fra cui il nostro. Dopo 20 ore di veglia continuativa, le stesse persone hanno una reattività pari a quella di un soggetto con una concentrazione alcolica dello 0,1%, che negli Stati Uniti corrisponde alla soglia dell’ubriachezza. Sempre dalla ricerca emerge che alcune aziende, in particolare nel settore finanziario, hanno stabilito il divieto d’accesso ai manager durante i weekend, mentre un’azienda del settore It ha previsto bonus da 7.500 dollari per il dipendente a patto che vada effettivamente in vacanza, con l’obbligo di disconnettersi dall’email aziendale. Alcune forniscono gadget e strumenti per facilitare il SONNO, come applicazioni che riducono la luce degli schermi di telefoni e pc, altre hanno allestito vere e proprie ‘rest room’, dove poter fare sonnellini da dieci fino a trenta minuti.

Allo stesso modo sono emersi alcuni suggerimenti pratici che le aziende dovrebbero adottare nei confronti dei dipendenti, come incoraggiare a prenotare i voli la mattina presto piuttosto che quelli notturni, o a imporre un ‘black out’ alle email di lavoro fra le 6 di sera e le 7 del mattino. Il 70% dei manager coinvolti infine ha sottolineato come la ‘gestione del SONNO’ debba essere insegnata nelle aziende, esattamente come vengono spiegate la gestione del tempo e la comunicazione in pubblico.

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