“Pietro è stato vaccinato. Questa mattina ho portato mio figlio, che ha appena compiuto due mesi, all’ambulatorio di vaccinazione pediatrica dell’azienda sanitaria della mia città, Piacenza. Così, in un post sul suo profilo Facebook, il Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli annuncia di aver sottoposto il figlio Pietro, nato due mesi fa, alle vaccinazioni di legge presso l’ambulatorio dell’azienda sanitaria di Piacenza. Nelle ore in cui arriva la decisione della procura di Trani di archiviare l’indagine nata dal caso di una coppia barese, che si era rivolta ai magistrati per denunciare l’insorgenza di autismo nei due figli, entrambi vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia, pronunciamento che nega quindi che il vaccino trivalente e l’autismo siano correlati, De Micheli nel testo pubblicato sui social spiega le ragioni della scelta e difende l’istituto della vaccinazione.”Mi ha fatto piacere – dice –incontrare tante mamme con i loro piccoli, in attesa come me di compiere un gesto di amore verso il proprio figlio, ma anche di responsabilità nei confronti della collettività. In queste settimane mi è capitato più volte di affrontare il tema vaccini con tante mamme che mi hanno chiesto se avrei fatto vaccinare Pietro e se lo ritenevo necessario“. “Alcune di loro pensano che ci sia dietro un business, che la questione sia stata strumentalizzata anche per ragioni economiche.“, aggiunge De Micheli. “Purtroppo negli ultimi anni la media delle vaccinazioni anche nella nostra regione è scesa al di sotto della soglia del 95 %. E’ una tendenza preoccupante che va prontamente invertita, perché la vaccinazione non è soltanto una misura di protezione del singolo individuo, ma anche un gesto di responsabilità nei confronti dell’intera comunità“, sottolinea De Micheli. A ricostruire le tappe della vicenda cui si ricollega anche la decisione della procura di Trani è Gavino Maciocco, docente di politica sanitaria all’università di Firenze . “E’ già la seconda volta che i magistrati archiviano la vicenda, un analogo caso era già finito così in appello a Bologna, dopo un giudizio del Tribunale di Rimini del 2012 che dava ragione a chi sosteneva questa correlazione, condannando il ministero della salute al risarcimento per il danno di disturbo autistico subito da un minore a causa di una vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia“, spiega Maciocco, sottolineando che “la tesi di una correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo non ha alcun fondamento ed è stato dimostrato ormai dal 2010. Mi meraviglio se ne continui a discutere“. Nel 1998 uno scienziato inglese, Andrew Wakefield, pubblicò con altri autori sulla autorevole rivista Lancet un articolo che sosteneva questa correlazione. “Ma già allora la tesi appariva senza fondamento, essendo basata solo su 12 casi studiati. Di questi 12 bambini poi pochissimi avevano avuto davvero una forma di autismo. Poco tempo dopo si scoprì che si trattava di una truffa in cui erano stati alterati i dati e che lo scienziato inglese era legato a un gruppo di avvocati che cavalcava questo tipo di cause“, dice Maciocco. Alla pubblicazione della teoria dello scienziato inglese seguì però un calo delle vaccinazioni e un aumento di casi di morbillo. Lancet nel 2010 dovette ritrattare quell’articolo. Diversi studi scientifici si occuparono della questione e ci fu un intervento dell’Oms. Le evidenze che convergevano andavano nella direzione di una confutazione della tesi dello scienziato inglese. Ci furono ricerche basate su bambini vaccinati e non vaccinati che studiavano l’incidenza dell’autismo in un gruppo e nell’altro. “Incidenza risultata uguale fra bambini vaccinati e non vaccinati”, conclude Maciocco