Nel giorno nel quale l’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato che il consueto check della strumentazione della sonda ExoMars è andato a buon fine, l’Agenzia Spaziale Italiana ha celebrato i dieci anni della missione Mars Reconaissance Orbiter (MRO) della NASA.
A bordo della sonda statunitense il radar SHARAD, cugino del radar MARSIS che caratterizza invece la missione europea Mars Express. Ideata per studiare la storia dell’acqua su Marte e caratterizzarne il clima, MRO è stata lanciata da Cape Canaveral il 12 agosto 2005 a bordo di un vettore Atlas V e ha raggiunto il suo target dopo poco meno di sette mesi di viaggio, esattamente il 10 marzo del 2006.
L’incontro – spiega l’ASI – è stato dedicato ai risultati della missione, soprattutto per quello che riguarda la geologia marziana: “A dieci anni dall’inizio delle operazioni di SHARAD ed a 11 dall’operatività di MARSIS – spiega Enrico Flamini chief scientist di ASI – posso dire che quasi tutti gli obiettivi ce ci eravamo posti sono stati raggiunti“.
“Abbiamo compiuto la stratigrafia completa del pianeta – aggiunge Flamini – e oggi sappiamo quanta acqua è imprigionata nella forma di ghiaccio ai poli“. “Abbiamo scoperto crateri non visibili alla superficie che ci hanno fornito nuove informazioni sulla vita geologica del pianeta rosso” aggiunge. “E infine – conclude lo scienziato dell’ASI – ci hanno dato evidenza, ma purtroppo non ancora la certezza matematica, di presenza di acqua liquida sotto la suerficie del pianeta. Purtroppo senza certezza non c’è risultato“.
Uno dei due radar che ha permesso tutto ciò è MARSIS, a bordo della sonda Mars Express, e questa missione avrà un ruolo importante per il buon successo dell’atterraggio del lander Schiaparelli che il 19 ottobre lascerà l’orbiter TGO. Sarà infatti utilizzato il sistema di comunicazione MELACOM Mars Express, originariamente realizzato per le comunicazioni con il lander Beagle. Questo consentirà alla sonda europea di rilevare e registrare gli eventi critici della discesa del modulo Schiaparelli, come ad esempio l’ingresso in atmosfera, lo spiegamento del paracadute, il rilascio dello scudo termico, il touchdown e, infine, l’avvio delle attività di superficie. E per permettere tutto questo a febbraio è stata corretta l’Orbita della sonda mettendola così in grado di ascoltare i segnali trasmessi dal lander Schiaparelli durante la sua discesa.