“Un ponte sul fiume Guai”: il Premio Letterario Nazionale sull’oncologia organizzato dall’associazione Moby Dic

MeteoWeb

Era il 2007 quando l’associazione Moby Dick, organizzava per la prima volta il premio letterario nazionale “Un ponte sul fiume guai” per dare la possibilità a chiunque lo volesse di raccontare la propria esperienza della malattia oncologia e del cambiamento di prospettiva esistenziale in anni nei quali ancora di tumore e delle conseguenze psicologiche si parlava poco. L’idea era frutto del lavoro quotidiano svolto in ambito oncologico dai volontari dell’associazione, psicologi e psicoterapeuti uniti per accompagnare ed eliminare dal percorso la sofferenza inutile, quella che può essere alleviata da condivisione ed elaborazione. L’iniziativa ha visto negli anni la collaborazione come giurati di Giancarlo De Cataldo, Francesco Piccolo, Gianrico Carofiglio, Luca Lippera. Il concorso propone ai partecipanti di narrare, attraverso l’episodio che ritengono più significativo, com’è avvenuto il passaggio dalla comprensibile disperazione legata alla scoperta di una malattia oncologica alla coraggiosa rivalutazione del senso e del valore della vita quotidiana, a partire daquegli aspetti minimali che l’esperienza di malattia e la minaccia di morte permettono di valutare in modo nuovo. L’ottica è rivolta agli insegnamenti di vita che una malattia grave può lasciare, al di là
della sofferenza. “La scelta di un premio letterario è legata alla proprietà stessa della scrittura – afferma l’ideatrice del Premio la dr.ssa Raffaella Restuccia, psicoterapeuta, “Scrivere è di per sé un
atto terapeutico, catartico. Attraverso la scrittura esprimiamo sentimenti e pensieri. E il vederli espressi su un foglio obbliga spesso a rileggerli e modificarli per renderli più chiari. Dover scegliere la parola che meglio descrive e fa capire all’altro – anche solo immaginato – quello che abbiamo provato, decidere se e come inserire la punteggiatura, dà un senso e un ordine. Spesso è sufficientedare un nome a quello che si prova per sentirsi meglio, per non sentirsi “strani”. Il foglio diventa il contenitore delle emozioni e dei pensieri ed è condivisibile. Spesso chi vive o ha vissuto una malattia oncologica, da malato o da accompagnatore, ha difficoltà a parlarne. Per paura di provocare sofferenza o di non saper gestire la situazione preferisce tacere o parlare di altro. Questo fa aumentare il proprio senso di solitudine e di incomunicabilità, conseguentemente si allontana dagli altri perché non si sente compreso. Gli altri non riescono a leggerci dentro. Abbiamo scelto questo titolo ‘Un ponte sul fiume Guai’ perché tra le varie opzioni è il titolo che più di tutti ci ha fatto sorridere quando l’abbiamo pensato e tra i nostri obiettivi c’è proprio quello di raccontare sorridendo, trasmettendo fiducia, esperienze molto spesso associate solo a sofferenza e angoscia.”

Un ponte sul fiume Guai è giunto alla V edizione e fino al 5 dicembre 2016 sarà possibile inviare il proprio racconto. La partecipazione è aperta a tutti proprio per stimolare la più ampia condivisione. La Scuola di Scrittura Creativa Omero, offrirà come nelle passate edizioni la sua competenza letteraria per la valutazione degli scritti. L’iniziativa ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana in ogni edizione

Bando completo su www.moby-dick.info o via mail moby-dick@tiscali.it

Condividi