Per la voragine che si è aperta nel centro di Milano, la mattina del 26 luglio di due anni fa, quattro persone sono andate a giudizio con l’accusa di disastro doloso. Secondo il capo di imputazione i quattro imputati avrebbero cagionato “con colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, il crollo del manto stradale” in corso di Porta Romana all’angolo con via Madre Cabrini. Voragine, “parzialmente allagata”, a causa dei lavori di costruzione di un edificio residenziale che comprendevano l’apertura di una intercapedine, che “veniva lasciata aperta (…) in previsione” dell’impiego dei “sottoservizi” necessari per i lavori di edificazione del teatro vicino e che nella primavera del 2009 venne “chiusa provvisoriamente con tavole e puntelli in legno”. Per questo il direttore dei lavori dell’edificio residenziale gli amministratori di due imprese edili, una affidataria e l’altra committente dei lavori, e l’amministratore del condominio saranno processati a partire dal prossimo 26 settembre davanti a giudice monocratico della quinta sezione penale del Tribunale.