Addio ad Anna Marchesini: un modello per i malati reumatici

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La notizia della morte dell’attrice Anna Marchesini ci rattrista e allo stesso tempo ci permette di aprire una riflessione sulle malattie reumatiche in Italia. Con il suo comportamento, coraggioso e solare, e’ stata un esempio virtuoso e positivo per tutte le persone affette da patologie reumatiche“: a parlare e’ Antonella Celano, presidente di Apmar onlus (Associazione Persone con Malattie Reumatiche), associazione nata per migliorare la vita delle persone con patologia reumatica e rara. “Nonostante la malattia la stesse debilitando poco a poco, lei si e’ sempre dimostrata ferma a proseguire con la sua vita portando avanti i suoi impegni artistici, mostrandosi al suo pubblico e continuando a vivere seguendo le sue passioni. La sua positività e l’appassionato attaccamento alla vita, da lei più volte dichiarato, ritengo sia un modello da seguire. La persona affetta da patologie reumatiche deve avere un ruolo attivo nella società e le patologie reumatiche devono avere la stessa dignità di altre malattie“. “Apmar – continua Celano – ritiene sia importante adottare politiche socio sanitarie a livello nazionale e diffondere l’informazione riguardo le patologie croniche invalidanti che modificano irrimediabilmente la vita personale, sociale, familiare e professionale della persona, agendo anche a livello psicologico. In Italia il 10% della popolazione e’ affetto da una delle 150 patologie reumatiche esistenti: dal bambino all’adulto, chiunque ne potrebbe essere colpito. Ecco perché è importate lanciare messaggi positivi che possono essere degli utili strumenti per dimostrare che la malattia non deve impedire ad una persona di seguire le sue passioni e interessi. La malattia può debilitare il fisico, ma non la mente e il cuore: è questo l’atteggiamento che noi cerchiamo di trasmettere”. Inoltre è importante “insieme alle istituzioni, studiare delle politiche di cura adeguate”. L’associazione e’ nata dalla volontà di sensibilizzare i cittadini sulle patologie reumatiche e rare, oltre che aprire una discussione costruttiva intorno alla loro cura, prevenzione e riabilitazione e dare alle persone affette da malattie reumatiche, poco riconosciute a livello sociale, la giusta dignità ed attenzione“.

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