Era il 20 luglio 1976 quando il lander della sonda NASA Viking 1 si staccò dal suo orbiter per atterrare su Chryse Planitia, una pianura circolare situata a nord della regione equatoriale di Marte.
Durante il primo periodo in orbita la sonda catturò numerose immagini del pianeta e tra le più suggestive c’è quella scattata il giorno dopo l’atterraggio la prima a colori della superficie marziana.
“Ho un ricordo vivo delle missioni – ha commentato Enrico Flamini coordinatore scientifico dell’ASI – primo esempio diesplorazione robotica complessa e prima partnership scientifica della NASA con l’Italia, rappresentata dal reparto di Planetologia del CNR. I dati ricevuti sono stati poi pubblicati nell’edizione speciale del Journal of Astrophysics nel 1979”.
Viking 1 – spiega l’ASI – era programmata per una missione di 90 giorni ma la sonda superò di gran lunga le aspettative degli scienziati. L’orbiter continuò a funzionare fino all’agosto del 1980 quando, esaurite le scorte di carburante necessarie al controllo dell’assetto, fu spento da terra dopo aver compiuto 1489 orbite intorno a Marte. Il lander invece continuò a trasmettere dati fino alnovembre dell’82.
L’obiettivo del programma costituito da due sonde – la seconda il Viking 2 è atterrata sulla superficie di Marte il 3 settembre 1976 – era ottenere immagini in HD del pianeta caratterizzare la struttura e la composizione dell’atmosfera e della superficie e cercare eventuali tracce di vita.
A bordo diverse strumenti scientifici tra i quali un sismometro e tre esperimenti di biologia che registrarono alcune reazioni chimiche sulla superficie marziana, mentre i gascromatografi e gli spettrometri di massa, presenti su entrambe le sonde, registrarono informazioni sulla composizione del suolo e dell’atmosfera.
Il 21 maggio 1983 la NASA decretò la chiusura del programma a più di sei anni e mezzo dalla data fissata dal team della sonda.