Campagne informative, numeri dedicati, telefonate a casa dei soggetti a rischio per verificare le condizioni di salute: sono queste le misure adottate dalle aziende sanitarie della Basilicata (Asm per la provincia di Matera a Asp per quella di Potenza) per prevenire il rischio delle ondate di caldo per gli anziani ed anche la prima infanzia. Le attività si svolgono in rete con una sinergia fra aziende sanitarie (distretti), medici di medicina generale, Comuni (Servizi sociali), associazioni di volontariato e Protezione Civile. In provincia di Potenza, in attuazione del Piano operativo nazionale del Ministero della Salute per la prevenzione degli effetti del caldo, è stato diffuso un opuscolo informativo, distribuito nelle varie sedi della Asp e nei punti di maggiore interesse per gli anziani. Per la tutela della prima infanzia, quest’anno le informazioni vengono divulgate anche ai genitori che afferiscono ai punti vaccinali, per sensibilizzarli sui comportamenti corretti da mettere in atto per prevenire i colpi di calore e l’ipertermia nei neonati e nei bambini e per richiamare l’attenzione sulle precauzioni da prendere quando si trasporta il bambino in auto. Inoltre presso l’unità di igiene e sanità pubblica di Potenza è attivo un numero telefonico (0971.425232), da metà giugno e sino al 15 settembre. E’ capillare l’attenzione in provincia di Matera dove la Asm ha preso in carico circa 850 anziani per la prevenzione del rischio calore mentre altre 2000 persone sono monitorate con i programmi Adi (assistenza domiciliare integrata). ‘‘Ogni anno – spiega all’AdnKronos Vito Cilla, coordinatore delle attività sanitarie territoriali della Asm – tramite i distretti facciamo una ricognizione degli anziani a rischio e li prendiamo in carico. Sono persone con età superiore ai 65 anni, con pluripatologie. I nostri assistenti sociali sono in contatto con i Servizi Sociali dei Comuni e periodicamente gli anziani ritenuti a rischio ricevono delle telefonate per constatare il loro stato di salute e per verificare le condizioni delle loro abitazioni. Attiviamo anche le associazioni di volontariato e la protezione civile per tali verifiche. E’ un programma che viene realizzato per tempo, anche in anticipo rispetto all’attivazione del piano nazionale del Ministero della Salute ed alle indicazioni della Prefettura, perché la ricognizione dei soggetti a rischio avviene in modo costante”.