Cinque anni fa si chiudeva l’era degli Shuttle: dal 2011 la nuova corsa allo spazio è dei privati

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Cinque anni fa si chiudeva il sipario su uno dei programmi spaziali piu’ ambiziosi e complessi mai affrontati: lo space shuttle volava per l’ultima volta dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, mentre nella stessa base di lancio si preparava gia’ il futuro, con le aziende private che cominciavano ad affacciarsi per lavorare al fianco della Nasa, come come la Lockheed Martin con la capsula Orion, la Orbital con le navette Cygnus che assicurano i rifornimenti alla Stazione Spaziale, e la Space X, con le navette Dragon. ”Si chiude un’epoca importante e si volta pagina, verso un nuovo capitolo della storia straordinaria dell’esplorazione”, aveva detto in quell’occasione l’amministratore capo della Nasa, Charles Bolden. Iniziava cosi’ un periodo non facile, nel quale gli Stati Uniti sono rimasti privi di un sistema di trasporto autonomo per portare uomini a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e la Russia, con le navette Soyuz, e’ l’unico Paese a poter garantire questi passaggi.

LaPresse/Xinhua
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“La fine del programma Shuttle ha cambiato molte cose”, ha rilevato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston. “Tra queste – ha aggiunto – vorrei sottolineare l’aumento della collaborazione spaziale, della space diplomacy: da allora infatti l’unico modo per andare sulla Stazione Spaziale sono le navette Soyuz russe”, Questo, ha aggiunto, “ha consentito di mantenere un canale di comunicazione aperto a livello internazionale, anche nei momenti piu’ difficili”. Senza dubbio “siamo distanti anni luce” dalla situazione del 2011, ha detto ancora Battiston.

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“Lo shuttle nasceva dall’esigenza di avere un veicolo di rientro che fosse piu’ agile e meno costoso dei Saturno che avevano consentito agli americani di andare sulla Luna. Nei fatti, lo shuttle era una macchina all’avanguardia, molto sofisticata ma molto costosa, che ha comunque permesso di fare grandi cose”, ha rilevato riferendosi alla spettacolare missione per la riparazione del telescopio spaziale Hubble e al contributo fondamentale alla costruzione della Stazione Spaziale. “Ora stiamo assistendo alla nascita a livello internazionale di un tipo diverso di lanciatore, il cui primo stadio e’ in grado di rientrare”: per il presidente dell’Asi “l’avventura di SpaceX e’ solo all’inizio, ma sono sicuro che influira’ moltissimo sul modo e sul costo di accesso allo spazio. Un elemento di riflessione e stimolo in piu’ per noi europei”. Senza dubbio, ha proseguito, privati “stanno portando un punto di vista diverso in un mondo straordinario, ma che ha bisogno di nuove idee e nuove persone”.

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