Mentre il prezzo del grano scende inesorabilmente, i prezzi al dettaglio dei prodotti lavorati (pane e pasta) subiscono intollerabili ricarichi nei vari passaggi di filiera, con un danno evidente che colpisce sia gli agricoltori, sia i consumatori. Lo afferma il Codacons, che nella battaglia del grano si schiera a favore dei coltivatori e delle loro sacrosante proteste.”I consumatori italiani subiscono un duplice danno – spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi – l’ingresso di grano straniero ha portato infatti ad un abbattimento delle quotazioni nel nostro paese, diminuite del -43% per la pasta e del -19% per il pane. Un calo artificioso che porta benefici solo alle industrie del settore: al dettaglio infatti i prodotti finiti non hanno registrato alcuna riduzione di prezzo, e nei vari passaggi di filiera e di trasformazione del grano si registrano ricarichi che raggiungono quota +1600% per il pane e +400% per la pasta. Non solo. Ai consumatori viene tenuta nascosta l’origine del grano, cosicché quando si compra pane o pasta è impossibile conoscere la provenienza della materia prima“. “Una ingiustizia non più tollerabile – prosegue Rienzi – Gli utenti hanno il diritto di fare scelte consapevoli in fase di acquisto, e optare per una pasta in cui sia trasparente e rintracciabile l’origine. Se infatti il grano proviene dall’Ucraina o dal Canada perché non leggiamo con evidenza in etichetta la tracciabilità della pasta?“.”Ha ragione Coldiretti: soltanto noi consumatori possiamo decidere consapevolmente cosa acquistare, e allo stato attuale si configura un inganno palese che danneggia tutti i soggetti interessati, ad esclusione dell’industria della pasta e del pane“, conclude il presidente Codacons.