E’ profonda circa 4 km, si estende su un diametro di 50 km e al centro presenta una piccola depressione: sono questi i tratti salienti della cavità immortalata su Marte dallo strumento HRSC (High Resolution Stereo Camera) della sonda ESA Mars Express.
Il cratere, causato da un impatto, si trova a sud-ovest di un’area pianeggiante denominata ‘Mare Serpentis’, a sua volta situata nella regione ‘Noachis Terra’. Questo territorio è uno dei più antichi del Pianeta Rosso e risale almeno a quasi 4 miliardi di anni fa, tanto da dare il nome di ‘Noachiana’ alla più arcaica delle ere in cui è stata suddivisa la storia geologica di Marte. La Noachis Terra, infatti, è particolarmente rappresentativa della superficie dell’antico Marte ed è tempestata di crateri che si sono conservati per miliardi di anni.
Le caratteristiche del cratere marziano tuttora anonimo, come la depressione centrale, sono comuni a questo genere di elemento presente sui corpi celesti rocciosi del Sistema Solare. Si ritiene – spiega l’ASI – che la formazione di tali peculiarità sia connessa alla reazione del materiale ghiacciato che si vaporizza nel calore sviluppato dalla collisione iniziale.
I bordi esterni della voragine sono lievemente rialzati rispetto alle zone circostanti e potrebbero essersi formati inconseguenza dell’impatto, mentre i solchi che si scorgono all’interno della cavità sarebbero da attribuire all’azione erosiva dell’acqua.
L’acqua, presente sotto forma di ghiaccio e in una falda sotterranea, si sarebbe sciolta con il calore del Sole e avrebbe iniziato così a modellare le pareti del cratere.
Lo strumento HRSC, gestito dall’agenzia spaziale tedesca DLR, ha ripreso il cratere durante l’orbita numero 14.680 di Mars Express (29 luglio 2015).
Mars Express, che vanta un forte contributo italiano comprendente anche due strumenti forniti dall’ASI, è stata lanciata il 2 giugno 2003 e ha raggiunto l’orbita del Pianeta Rosso dopo poco più di sei mesi. Tra gli obiettivi della missione, lo studio dell’atmosfera di Marte, la mappatura della sua superficie e l’analisi delle sue strutture sub-superficiali per la ricerca di acqua o ghiaccio.