Dopo l’eccezionale ondata di calore che nei giorni scorsi ha investito gran parte del territorio siberiano centro-orientale, con temperature massime schizzate ben oltre la soglia dei +34°C +35°C nel bel mezzo della taiga, una significativa avvezione fredda, con aria polare continentale, in discesa dal mar Glaciale Artico, ha interessato la Repubblica di Jacuzia. L’aria fredda, oltre ad un vistoso calo delle temperature, particolarmente sensibile sul settore occidentale della Jacuzia, ha riportato anche un po’ di neve, fino a bassissima quota, in diverse località jacuziane, poco a nord della capitale Jakutsk. Le nevicate un po’ più consistenti hanno imbiancato, fino a bassa quota, i monti di Verhojansk e parte della catena montuosa dei Cerski, dove la “dama bianca” è tornata a coprire di bianco gli affascinanti boschi di conifere che caratterizzano questi luoghi remoti della Siberia centro-orientale.
In alcune aree montuose le nevicate sono divenute a tratti intense, depositando al suolo diversi cm di neve fresca. Ma nei giorni scorsi fioccati di neve mista alla pioggia si sono viste a quote piuttosto basse, fin sulle aree pianeggianti poco ad ovest della parte più settentrionale dei monti di Verhojansk, poco a sud della foce del fiume Lena, con temperature di poco positive. In alcune località siberiane, soprattutto lungo la costa artica ed in Jacuzia, già sono state archiviate le prime deboli gelate di questa stagione estiva, finora risultata piuttosto calda. Nel celebre villaggio di Ojmjakon lo scorso venerdì 15 Luglio 2016 è stata registrata una temperatura minima di -2°C per le prime significative inversioni termiche.
Del resto nei giorni scorsi lo scivolamento di questo blocco di aria fredda, di origine polare continentale, dal mare di Laptev verso la Jacuzia, ha determinato un notevole abbassamento della quota dello “zero termico” su gran parte della Siberia centro-orientale, che si è portato attorno i 400-500 metri di altezza.
Questo significativo crollo della quota dello “zero termico” sul nord della Jacuzia, coadiuvato in quota (a 500 hpa) dallo scivolamento di un nucleo di aria molto fredda sui -26°C -27°C, ha favorito l’avvento di precipitazioni nevose fino a bassa quota, nonostante la presenza nei bassi strati di un campo termico non idoneo per la “dama bianca”.
Dal punto di vista sinottico la situazione sul mar Glaciale Artico mostra la presenza di un “lobo siberiano”, in fase di ulteriore approfondimento, che contribuisce ad “avvettare” aria piuttosto fredda in direzione delle coste siberiane che si affacciano sul mare di Laptev e sul mare della Siberia orientale.
La profonda circolazione depressionaria facente capo al “lobo siberiano” del vortice polare, nei giorni scorsi è riuscita ad “avvettare” queste masse d’aria fredde fino al cuore della Repubblica di Jacuzia.
Parte dell’aria fredda si è “canalizzata” lungo il bordo più orientale di un promontorio anticiclonico dinamico che espandeva i propri elementi fino al nord della Siberia centrale.
Così le fredde correnti settentrionali in discesa dalle latitudini artiche transitando sopra le lande della Siberia centro-orientale, sono riuscite a conservare le loro originarie caratteristiche fredde, raggiungendo così i territori della Siberia orientale, con freddi venti da NO e O-NO che hanno scalzato verso l’alto lo strato di aria più mite preesistente, creando moti convettivi e lo sviluppo di nubi cumuliformi (cumuli e cumulonembi ben sviluppati) che hanno originato dei rovesci sparsi. Nei giorni a seguire l’insistenza di questo vasto ciclone extratropicale a cuore freddo riuscirà a spingere un blocco di aria molto fredda verso la Siberia orientale, al di sotto dei i 60° di latitudini nord.
Anche se siamo ancora a Luglio questo nuovo pattern atmosferico nel corso delle prossime settimane potrebbe agevolare lo scivolamento di nuove avvezioni di aria fredda a tutte le quote in direzione del territorio della Siberia centro-orientale. Generalmente, sul finire di Agosto, con un pattern atmosferico favorevole, queste ondate di freddo possono spianare la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che nel corso dei prossimi mesi contribuirà a formare il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo, che normalmente comincia a verificarsi nel mese di Novembre, sarà anche favorito dalla notevole estensione dei territori innevati di fresco, fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”.