In Giappone l’Autorità per la sicurezza nucleare (Nra) ha intimato alla Tepco di ridurre i rischi di una possibile dispersione dell’elevato livello di liquido radioattivo contenuto negli stabilimenti dimessi di Fukushima Daichi. Dopo la fusione del nocciolo del reattore circa 60mila tonnellate di acqua contaminata sono state iniettate dalla Tepco negli impianti della centrale, per impedire che il magma radioattivo si riscaldi. L’eccessiva capacità, tuttavia, provoca periodicamente la fuoriuscita del liquido e l’eventuale contaminazione con l’ambiente. In un incontro con i vertici della società, la Nra ha chiesto alla società di gestione di studiare misure urgenti per ridurre il contenuto e il livello di radiazioni presenti nell’acqua. Le due soluzioni proposte dall’ente sono quelle di mettere a disposizione un numero maggiore di serbatoi, malgrado nel complesso siano già presenti 1.000 cisterne, o studiare in sistema di filtraggio che possa eliminare il materiale radioattivo. Il membro della Nra, Toyoshi Fuketa, ha detto che Tepco non può pensare di mantenere questi livelli senza una scadenza, a causa del pericolo di ulteriori sismi il rischio di tsunami. In base alle richieste dell’ente nipponico Tepco ha riferito che presenterà uno controproposta il prossimo mese.